TERME, ARRIVATI DOVE SI DOVEVA ARRIVARE. E TUTTO SEMBRA…NORMALE
EDITORIALE
Siamo arrivati dove si voleva arrivare. L’ipotesi della (s)vendita del patrimonio immobiliare – che è anche il capitale sociale della Terme di Sciacca SPA – viene rappresentato come un normale, ineluttabile ed ineludibile fine del film della privatizzazione. Soprattutto dagli stessi responsabili.
La cosa che se non fosse comica sarebbe tragica è che non sono bastati sei anni per partorire un bando per l’affitto dell’intera stazione termale ma basterebbero invece pochi giorni per predisporre quello della vendita dell’ex motel Agip. Strano, perché come scrive la CGIL nel suo esposto alla Procura della Repubblica, sarebbe bastato copiare uno dei tanti bandi utilizzati per la cessione della gestione ai privati delle tante stazioni termali italiane, alcune delle quali molto note, per avere una traccia sulla quale lavorare, visto che le intelligenze politico-amministrative della Regione non sono stati capaci di farlo.
Ma non sono stati capaci o hanno volutamente perso tutti questi anni per raggiungere l’obiettivo finale? C’era o non c’era la volontà di mettere in condizione un privato, o un pool di privati professionisti, di affittare il complesso per gestirlo in modo imprenditoriale? In un paese “turistico” in cui si è consentito che l’unica struttura alberghiera cittadina (ricordate il Garden?) potesse trasformarsi in un condominio è possibile di tutto. Ma noi aggiungiamo che sarebbe bastato anche rivolgersi all’organizzazione confindustriale Federterme, che raggruppa gli imprenditori italiani del settore termale, per avere tutta la necessaria consulenza, visto che loro se ne intendono di sicuro.
Peraltro il Presidente di Federterme, Iannotti Pecci, è anche Presidente di Federturismo, cioè della parte che raggruppa gli albergatori! Una grande possibile sinergia che si sarebbe potuta utilizzare. Ma tant’è!
Ma torniamo sempre all’unica prepotente domanda: chi ha provocato questi debiti milionari? E chi ha consentito che la gestione proseguisse in perdita? Aspettiamo risposte e speriamo nelle indagini.
La cosa che meraviglia, ma ormai in materia di tracollo delle terme non dovrebbe meravigliare più niente, che non una parola è stata detta e non una lettera è stata scritta – ad eccezione di quanto continuano a sostenere questo giornale e il sindacato – sullo “spezzatino” a cui si prepara il patrimonio termale; è evidente a tutti che vendere pezzo per pezzo il complesso immobiliare termale e ricettivo delle Terme finirà per cancellare una realtà che ha fondato la sua tipicità proprio nella sua diversa e complessa articolazione produttiva.