ROMPERE, ROMPERE, ROMPERE. L’EMERGENZA RIFIUTI E’ FRUTTO DI UN INTRECCIO POLITICO-AFFARISTICO-CLIENTELARE
EDITORIALE
Questa deve essere la parola d’ordine della nostra classe dirigente. Innanzitutto rompere con i vecchi schemi clientelari e gli interessi di bottega a scapito di quelli della collettività. Rompere con le cattive abitudini e la maleducazione dei cittadini, con gli egoismi di parte e con la convinzione di essere sempre i più furbetti della classe e che ci sarà sempre un amico influente di turno che farà prevalere i nostri interessi su quelli degli altri, a spregio del rispetto delle regole.
E’ vero che ciò é difficile in una terra come la nostra, storicamente “mafiosa” nel senso che la parola ebbe alle sue origini, ma non impossibile. Basta cominciare dalle piccole cose. Per esempio dalla spazzatura che ha invaso tutta la Sicilia in questi giorni. Sia che un turista venga dal mare, dal cielo, o dallo spazio vedrà la Trinacria sommersa dalla “munnizza”. Non c’è rispetto neanche di luoghi che dovrebbero essere sacri come quelli che hanno elevato ai più alti onori dello Stato nomi come Falcone e Borsellino: chi arriva dall’aeroporto palermitano rimane scandalizzato dalla putrida accoglienza che riceve attraversando le strade che lo porteranno nella città della “Santuzza”.
I più bei luoghi di villeggiatura languono tra gli effluvi fetenti che esalano dai cassonetti della spazzatura non raccolta o per il mancato successivo lavaggio dei contenitori. Come é possibile che non siamo ancora riusciti a comprendere che la nostra unica vera fonte di ricchezza può derivare dal turismo?
Eppure la classe politica che ci ha governato per decenni ha consentito le peggiori nefandezze. Ha consentito di stornare le somme dei bilanci comunali previste per pagare il servizio di raccolta dei rifiuti per foraggiare consulenze inutili, viaggi di piacere e di rappresentanza, e molto altro ancora.
Come può oggi un Sindaco il cui comune non sia stato in regola con i pagamenti dovuti alla Sogeir o alla Dedalo o a qualunque altro ATO rifiuti della Sicilia, pretendere un servizio efficiente? Si chieda intanto se abbia fatto bene lui o chi lo ha preceduto a cedere agli accordi sottobanco di chi furbescamente, gestendo assunzioni, appalti, servizi e consulenze, gli ha garantito in cambio di partecipare alla spartizione della torta e anche di chiudere un occhio sulla regolarità dei pagamenti!
I manager della “munnizza” hanno creato imperi economici e politici realizzando affari a scapito del servizio pubblico e quindi dei cittadini, decidendo chi doveva arricchirsi e chi invece doveva invece fallire.
Ma si dice che il tempo é galantuomo. E così é stato! E’ arrivato il momento in cui uomini nuovi che nulla hanno avuto a che spartire con quel tipo di sistema di fare affari, hanno rotto gli schemi. Comuni come Sciacca hanno finalmente saldato tutto il debito con la Sogeir, grazie appunto alle nuove generazioni di classe dirigente (meglio ancora quando c’è anche la competenza professionale specifica) che fortunatamente per i cittadini hanno avuto la delega giusta al momento giusto, ditte private che erano state portate sull’orlo del fallimento che ottengono finalmente, grazie a transazioni quasi a tempo scaduto, il frutto del sacrosanto lavoro fornito da anni, potenti uomini politici co-registi dei manager furbetti che sono costretti a cominciare a pagare il servizio che ricevono da oltre 10 anni!
Ecco come a “furia” di rompere, rompere, rompere i cittadini ci guadagnano! E chissà che chi si troverà adesso a gestire la rivoluzione “furiosa” appena cominciata non sia anche in grado di completare l’opera in modo che la prossima estate i turisti possano sentire il profumo della nostra terra e del mare senza gli effluvi che hanno afflitto questa estate!