ACCESSI AL MARE, INTERROGAZIONE DI DELIBERTO E MANDRACCHIA

I Consiglieri Comunali Cinzia Deliberto e Paolo Mandracchia chiedono all’Amministrazione comunale che fine ha fatto la Commissione d’indagine che il Comune ha istituit molti mesi addietro, volta alla verifica e al controllo della problematica posta in oggetto”.

Problematica, ripresa dai media locali, evidenziata dal nostro giornale e oggetto di altre interrogazioni consiliari, “ma che a oggi pare non sia stata attivata nemmeno per la ricerca e la verifica dei documenti in possesso del Comune che dovrebbe consentire poi i sopralluoghi per l’accertamento del rispetto delle previsioni”,scrivono i due consiglieri comunali.

Nel tratto che va dalla via Lido fino alla Tonnara si contano numerosi accessi ormai fisicamente impediti da catene, barriere e perfino cancelli (alcuni addirittura con le diciture “strada privata”), mentre i pochissimi accessi non “privatizzati abusivamente” sono talmente malridotti che impediscono ugualmente l’accesso al mare a causa di una vigorosa vegetazione spontanea che li rende impraticabili.

Il codice civile (art. 822 e art. 823) prevede che sia la spiaggia sia il lido del mare sono beni demaniali, vale a dire beni che devono essere pubblici e che non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non per le concessioni per gli stabilimenti balneari.

Il Decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente del 25 maggio 2006 intitolato “Linee guida per la redazione dei Piani d’Utilizzo del Demanio Marittimo della Regione Siciliana”, inoltre, stabilisce che è obbligatorio prevedere sempre dei percorsi pedonali d’accesso di uso pubblico con un passaggio non inferiore a ml. 1,5 dal ciglio dei terreni elevati sul mare.

“L’assenza di tali accessi, oltre agli altri ritardi che il Comune ha accumulato rispetto alle attività prescritte dal decreto (PUDM) e che presto potrebbe vedere il Comune commissariato dalla Regione Siciliana, potrebbe prevedere il rischio di una pretesa risarcitoria degli interessati nei confronti del Comune stesso per non aver garantito l’accesso e il libero godimento degli arenili, anche mediante una class-action”, concludono Deliberto e Mandracchia.

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