ARS, SI A TAGLI CONSIGLI COMUNALI. DUEMILA AMMINISTRATORI IN MENO
Approvati a Sala d’Ercole gli articoli del disegno di legge sui tagli alla composizione e alle indennità dei Consigli comunali. Si attende, quindi, solo il voto finale.
“Con questa legge – ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars – mettiamo un tassello che avvicina la Sicilia al resto d’Italia: la ‘specialità’ adesso è ‘normalità’, non è più un privilegio. Voto in maniera convinta questa legge – ha proseguito – che è arrivata in Aula dopo essere stata approvata ad unanimità in commissione: non è la legge che avrei voluto in tutto e per tutto, abbiamo accettato compromessi ragionevoli, alla fine siamo di fronte ad un testo completo e coerente. Voglio solo ricordare – ha aggiunto Cracolici – che questa legge segue l’approvazione di norme da parte di quest’aula che adeguano le indennità dei parlamentari regionali ai consiglieri regionali del resto del Paese. Stiamo portando avanti un percorso coerente di tagli alla spesa e razionalizzazione degli enti locali e di governo: oggi abbiamo messo un altro tassello alla ‘modernizzazione’ della Sicilia”.
Cracolici ha poi ricordato alcuni ‘numeri’ di questa riforma: “si tagliano circa 1.300 consiglieri comunali in Sicilia sui circa 6.200 attuali; si tagliano 500 assessori fra piccoli e grandi comuni; si riducono 102 consiglieri di Circoscrizione a Palermo Catania e Messina, si cancellano i consigli di Circoscrizione che, se pur a titolo gratuito, sarebbero potuti essere costituiti negli altri comuni siciliani: è una riforma seria e importante – ha concluso – bastano queste cifre per capire che le critiche a questa legge sono stucchevoli e strumentali”.
I tagli alle indennità saranno operativi con il primo rinnovo dei consigli comunali. I gettoni per i consiglieri comunali passeranno da 140 a 103 euro lordi a Palermo, a Catania da 84 a 59, da 56 a 36 in tutti gli altri Comuni capoluogo e in quelli tra 30 mila e 250 mila abitanti.
Anche i sindaci guadagneranno di meno. A Palermo da 8.459 euro si passerà a 7.018, a Catania da 6.274 a 5.205, da 5.600 a 4.658 negli altri capoluoghi e così via anche negli altri Comuni.