LA MAFIA VOLEVA UCCIDERE IL PROCURATORE DI AGRIGENTO, RENATO DI NATALE

La mafia avrebbe progettato l’uccisione di due magistrati siciliani in prima linea. Lo rivelerebbe una nota dei servizi di sicurezza che sono già scattati per proteggere Silvana Saguto e Renato Di Natale. Attualmente Silvana Saguto presiede la sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo che ha deciso le più importanti confische di beni mafiosi. Di Natale è procuratore di Agrigento ma sarebbe finito nel mirino delle cosche per avere coordinato le inchieste contro il clan Emmanuello di Gela all’epoca in cui era capo della Procura di Caltanissetta.

Il piano per la loro eliminazione si baserebbe su uno scambio di favori tra le cosche: il gruppo gelese avrebbe il compito di colpire Silvana Saguto mentre i boss palermitani avrebbero preso l’impegno di eliminare l’altro magistrato. Non è chiara la fonte che avrebbe annunciato il patto tra le due organizzazioni confederate. L’allarme dei servizi sul rischio di attentati per i magistrati Saguto e Di Natale risale al 2012. Sarebbe scattato sulla base di intercettazioni ambientali in una fase cruciale delle inchieste sulla mafia di Gela. Le misure di protezione sono state mantenute anche per il ruolo esposto dei due magistrati. L’inchiesta sulle cosche gelesi era culminata nel 2007 con l’uccisione del boss Daniele Emmanuello, 43 anni, durante un blitz della polizia nel suo covo in provincia di Enna. Latitante da 11 anni, era inserito nella lista dei 30 criminali più ricercati.

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