CHE SUCCEDE AD ANGELINO? NCD IN PREDA AD UNA CRISI DI NERVI VERSO LA DISGREGAZIONE
Quando era il delfino di Silvio Berlusconi, Angelino Alfano sembrava irresistibile e proiettato a toccare il cielo con un dito. Poi la scissione e la formazione di un suo partito, l’Ncd.
Alcune scelte di Alfano, negli ultinmi periodi, hanno dipinto il ministro come un pendolo sempre più dipendente dal tenere in asse il potere governativo, sommatorie di poltrone. Oggi, l’impero di Angelino è sempre più piccolo, ma soprattutto perde pezzi. Al Nord Maurizio Lupi, illeso per le carte giudiziarie, è stato costretto alle dimissioni per ragioni politiche. A Sud, in Sicilia, il sottosegretario Giuseppe Castiglione, lambito dalla notizia di un’indagine sul “Cara di Mineo”, di cui l’interessato giura di non sapere nulla.
Ma è all’interno del suo partito che gli scricchiolii si fanno sentire maggiormente. Un partito che pare spaccarsi in due, tra coloro che non vogliono morire renziani (Nunzia Di Girolamo), e quelli che starebbero già intessendo (Beatrice Lorenzin, ministro della Sanità) avvicinamenti col Pd.
Le vicende degli ultimi giorni, tra l’altro, hanno palesato la formidabile carriera (e legittima) del giovane avvocato siciliano Andrea Gemma, approdato al Consiglio di amministrazione dell’Eni in quota Ncd, e che segna anche un percorso fatto di prestigiosi incarichi.
Una serie di “dolorini” che evidenziano il forte mal di pancia che lievita dentro l’Ncd.
Senza dimenticare che Agrigento,la cittàdi Angelino, è interessata dalle elezioni amministrative. L’esito di tale tornata elettorale è un banco di prova simile a quello a metà Canale di Sicilia, il “Banco Terribile. C’è il rischio di un naufragio.