TERME: SU RAI TRE SPUNTA LA SUPER CONSULENZA
Il commissario Turriciano ha detto che questa vicenda, come altre, sono state riferite all’autorità giudiziaria.
La trasmissione di Rai Tre “Presa diretta” ha dedicato stasera alcuni minuti di spazio al caso Terme di Sciacca. Uno spazio che sarebbe dovuto durare molto di più, con interviste e contributi registrati alcune settimane fa in occasione dei primi momenti della protesta dei lavoratori stagionali, ma che è stato radicalmente ridimensionato nel momento in cui alla Rai è giunta la notizia che la Regione aveva scelto la strada della liquidazione e della chiusura.
Presa diretta tra le altre cose questa settimana ha parlato di aziende partecipate, di società di cui ha la proprietà lo Stato, nel caso delle Terme la Regione Siciliana.
Le Terme di Sciacca sono state prese ad esempio di spreco di soldi pubblici, di una politica che negli anni ha approfittato di strutture produttive che avrebberon dovuto dare sviluppo alle comunità, trasformate senza colpo ferire in strumento di consenso elettorale e di distribuzione di poltrone ad amici e parenti.
I pochi minuti di spazio sono bastati per fare emergere ancora una volta le gestioni allegre delle Terme. Il commissario liquidatore, Carlo Turriciano, ha rivelato un particolare che all’opinione pubblica non era noto, quello di una consulenza esterna pagata 150 mila euro per sei mesi di lavoro, un esperto che avrebbe dovuto aiutare le Terme a risolvere i problemi ed aumentare le presenze, ma che stando ai numeri, come ha detto il commissario, non ha prodotto nessun risultato concreto.
Turriciano ha detto che questa vicenda, come altre, sono state riferite all’autorità giudiziaria. Ed ha ribadito, cosa che ha fatto più volte, di aver trovato, all’atto del suo insediamento, una situazione sul piano finanziario molto complessa, con un bel gruzzolo di debiti e con parte dei contributi previdenziali non pagati.
La trasmissione Rai ha fatto emergere, se ce ne fosse ancora bisogno, che le Terme di Sciacca gestite dalla Regione sono da considerare esperienza fallimentare da tutti i punti di vista, un carrozzone che non può più proseguire il suo cammino. La chiusura ha conseguenze sull’occupazione e sull’immagine della città, ma forse tutto ciò appare inevitabile dopo i danni fatti dalla politica.