DISCARICHE, LA CGIL AGRIGENTINA: “ADESSO PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI”
Con una lettera al Prefetto, accompagnata da una serie di riflessioni sullo stato del servizio integrato dei rifiuti, la CGIL di Agrigento torna alla carica sulla vicenda delle cosiddette “bombe ecologiche” denunciate dall’allora Segretario generale Piero Mangione (settembre 2005) Da quella denuncia seguirono diversi incontri con i vertici delle Istituzioni ed i Responsabili del tempo (Prefettura, Provincia) ed anche una indagine della Procura della Repubblica di Agrigento.
Nel merito si ottenne un finanziamento da parte dell’Agenzia regionale dei rifiuti indirizzato all’Assessorato Provinciale territorio e Ambiente per l’attività di caratterizzazione dei rifiuti presenti, non più nelle 19 discariche abusive intercettate dalla CGIL che si scoprì essere 51.
Recentemente l’Europa ha condannato l’Italia per la questione delle discariche: 3 di queste discariche sono in Provincia di Agrigento, si trovano in C.da S. Martino a Cammarata, C.da Oliva a Racalmuto e C.da Scalilli a Siculiana.
Oggi la Cgil agrigentina chiede di sapere se siano o no state “disinnescate” quelle “bombe”? Ma, soprattutto, la Cgil agrigentina pone in tutta la sua drammaticità ed urgenza l’esigenza che della “questione rifiuti” in questa Provincia non si parli solo in occasione degli scioperi per i mancati pagamenti degli stipendi ovvero per l’“emergenza” che viene provocata dalla chiusura di qualche discarica.
La CGIL ritiene che vadano analizzati i diversi aspetti: dalla quantità e qualità della impiantistica di cui dispone la provincia alle qualità personali e professionali e finanziarie di chi gestisce gli impianti e le ditte su terreno della legalità; dalle percentuali di differenziazione raggiunta fino al costo del servizio con particolare riferimento alle singole componenti dello stesso.
La Cgil si pone molte domande, soprattutto dopo aver letto i “piani d’ambito” delle S.R.R., alcune davvero inquietanti: perché non si fa quello che si sa che si dovrebbe fare? perché non si riesce ad implementare un “ciclo integrato dei rifiuti” che sia libero dai condizionamenti criminali? perché non si riesce ad organizzare un servizio efficiente? ma davvero è così difficile scovare i “furbetti” che evadono? perché è impossibile raggiungere livelli decenti di raccolta differenziata? perché discarica non si porta sono quello che non è recuperabile; perché la Regione piuttosto che bloccarle non da il via libera a tutti gli impianti che servono appunto a questo (compostaggio, impianti di selezione ecc.)?
Le comunità pretendono un sistema che pesi meno sulle spalle delle famiglie e che dia un serio contributo all’ambiente e all’economia. “E’ impossibile? Si chiede Massimo Raso. Noi riteniamo di no. La Prefettura, in questa provincia, è l’unica entità statuale che ha sicuramente l’autorevolezza di interlocuzione con i Sindaci, le S.R.R., il sistema delle Imprese e con gli attori sociali e con la Regione. La CGIL ritiene che il Prefetto, possa mettere insieme tutti i soggetti interessati e attivi di questa vicenda per determinare un salto in avanti a tutta la questione.