CARNEVALE RIDOTTO….SI VEDE. E NON SOLO PER IL NUMERO DI CARRI
E’ evidente che siamo di fronte un bivio. Necessario effettuare una scelta. Certamente, l’edizione attuale non può replicarsi. Rivedere i profili di partecipazione dei carri per garantire la qualità delle strutture allegoriche
Il carnevale va. L’edizione 2015 sarà ricordata e rimarrà indelebile. Segna uno steccato con tutte le precedenti edizioni, e molto probabilmente per le successive. Lo steccato è segnato inesorabilmente per la sostanza stessa della festa più attesa e chiacchierata della città. Parliamoci chiaro: non è il carnevale del quale Sciacca, con orgoglio, si vanta e che lo ha fatto assurgere al “carnevale più bello d’Italia”. Siamo abituati, e abbiamo abituato gli altri, a ben altro genere di performance. La sostanza è che un carnevale all’altezza dei livelli cui abbiamo assistito negli anni richiede capacità di spesa.
Oggi le difficoltà economiche che attraversano i Comuni italiani sono note, e la revisione della spesa diventa una stella polare da seguire, specie dopo l’aumento vertiginoso delle tasse che costringono i cittadini a stringere la cinta all’inverosimile. Un carnevale con tre carri in competizione fa emergere criticità molto evidenti. La voglia di spendere il meno possibile si è riflettuta anche sulla gestione del palco. Quest’anno è venuta meno l’esperienza accumulata negli anni. Essa è stata sostituita con innesti che hanno evidenziato molti limiti.
La qualità dei carri non è certamente quella cui la Città è abituata. Fermo restando lo sforzo di chi ha partecipato, appare urgente e immediato rivedere il profilo dei premi da suddividere. Esso non può essere spalmato semplicemente col metodo degli anni precedenti. Ci sono soldi pubblici che devono essere ripartiti secondo i profili tradizionali, ma che tengono ben alto il valore della qualità.
Infine, è necessario, da subito, capire cosa fare del carnevale. Non è replicabile l’edizione in corso. Bisogna avere il coraggio di compiere scelte. Esse non significano abolire la festa. Ma trovare nuove formule si. Soprattutto per difendere la tradizione della popolare festa saccense, ricca di maestria artigianale.