SOLO NOI NON CI CREDIAMO, E CI MERAVIGLIAMO DI ALTRI CHE, INVECE, PUNTANO SULLA NOSTRA CITTA’

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

Siamo una comunità davvero strana. Del resto, portiamo ancora i retaggi peggiori della lotta tra le famiglie nobili dei Perollo e dei Luna. Se intervistiamo i saccensi sulla storia della nostra città, notiamo che tutti, prevalentemente, ricordano la lunga lotta delle due famiglie. Difficilmente, invece, vengono alla mente le pagine belle della storia cittadina.

Non dobbiamo dimenticare che essa nel medioevo fu elevata fino al rango di “città degnissima”. Pagine belle che riguardano la sua economia, l’arte, figli illustri nel campo dell’arte, dell’ingegno, della cultura. Che strani i saccensi! Siamo diventati una medaglia con due facce opposte. Nell’una decantiamo la nostra città per la sua posizione, il suo mare, il suo pesce, le sue bellezze paesaggistiche, i monumenti, la ceramica, il carnevale, il corallo. Nell’altra, ci piace praticare uno sport assai diffuso: parlarne male, esaltando, spesso, solo i lati negativi.

In questa seconda faccia, incidiamo una miriade di negatività sulla nostra amata Sciacca. Quasi un vanto, specie se ad ascoltarci è uno “straniero”. Ma è proprio dallo “straniero” che proviene l’amore e l’apprezzamento per la nostra Sciacca. Egli apprezza le bellezze della nostra Città, le decanta; in essa viene a trascorrere le vacanze, viene a soggiornare. Da qualche tempo, inoltre, la nostra Città è un punto di riferimento per aziende extraterritoriali, le quali scelgono gli abbondanti e suggestivi scorci che fanno da sfondo alla pubblicità aziendale.

L’ultima, in ordine di tempo, è la scelta della Sanpellegrino. La nota azienda, leader nel campo del beverage in Italia e nel mondo, ambienterà un film-spot nei vicoli e nelle piazze del centro storico della città. A scegliere Sciacca, il regista danese Martin Aamund, della Casa di Produzione Akita Film di Milano.

Ma la lista delle aziende che hanno scelto Sciacca per la loro pubblicità è lunga. Solitamente, questi eventi vengono accompagnati da comunicati stampa che, giustamente, danno notizia dell’attenzione di “stranieri” verso la nostra Città. E qui c’è una specie di paradosso. E’ qui che noi saccensi riusciamo a meravigliarci, quando altri, invece, non lo fanno e approfittano delle nostre bellezze paesaggistiche e monumentali per metterle a frutto. I nostri occhi, gli occhi dei saccensi, sembrano essere tarati solamente per vedere il bicchiere mezzo vuoto, dimenticando di vivere in una città che altri ammirano e scelgono. Molto probabilmente, non abbiamo ancora compreso nella giusta misura e nel giusto valore un principio basilare.

Il mondo, con l’avvento della tecnologia mediatica, è diventato troppo piccolo. Quando noi esaltiamo le negatività della nostra Città, una vasta platea di persone che si trovano in ogni dove nel globo riceve una quantità di informazioni che spesso distorcono la vera fotografia di Sciacca: quella apprezzata dagli “stranieri”.

Non abbiamo ancora compreso quanto sia importante vivere in una città come Sciacca che ha infinite offerte da presentare al turista. Più turisti significa più capacità di sviluppo del territorio, più espansione e opportunità per l’indotto. Se è vero che le nuove generazioni non possono più contare sul posto sicuro, specie pubblico, allora quale migliore opportunità di sfruttare il volano del turismo per creare l’offerta di servizi dedicati al turismo?

La voglia di farsi del male, che caratterizza ormai il nostro tessuto sociale, risente in modo corposo della litigiosità generata dalle varie classi politiche che nel tempo si sono succedute. La politica ha generato un astio talmente diffuso e aspro che si è rivelato un pericoloso boomerang sul sistema cittadino. Le vari parti politiche continuano a gettarsi improperi, dimenticando che a perderci è la politica e che a turno, ora l’una ora l’altra, diventano esse stesse bersagli dei loro improperi.

Sciacca ha un futuro se impara ad amarsi e a esprimere proposte costruttive. Sciacca ha un futuro se si costruisce insieme un progetto di sviluppo che poggi inesorabilmente sull’amore verso la città. Che poggi sulla consapevolezza che Sciacca ha caratteristiche che altri paesi ci invidiano.

Altri lo hanno capito, gli “stranieri” amano e credono in Sciacca tanto da sceglierla per le loro strategie di comunicazione. Se a non capire la miniera di cose importanti che la città detiene sono i saccensi stessi, allora il caso è patologico. Se ognuno inizia a mettere a disposizione della Città il proprio bicchiere mezzo pieno, allora le nuove generazioni hanno una speranza. Diversamente, è buio pesto.

Gli altri credono nella Città, solo noi ci meravigliamo che altri credono.

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