ANCISICILIA, MOBILITAZIONE CONTRO I TAGLI AGLI ENTI LOCALI OGGI SI SVOLGERANNO CONSIGLI COMUNALI IN TUTTA L’ISOLA
Continua la protesta decisa dall’AnciSicilia, durante lo scorso Consiglio regionale, contro la gravissima crisi economico-finanziaria degli enti locali: oggi si svolgeranno Consigli comunali in tutta l’Isola con la partecipazione di sindaci e giunte. Le delibere che saranno approvate nella giornata di oggi, rappresenteranno un’adesione alle prossime azioni dimostrative organizzate dall’Associazione dei comuni siciliani. La mobilitazione indetta dall’AnciSicilia, oltre a evidenziare i reali pericoli derivanti dai tagli indiscriminati, prende spunto anche dal parere espresso dalla Corte dei Conti – Sezione Sicilia, in occasione del giudizio di parificazione del Bilancio della Regione Siciliana dello scorso luglio, in cui si sottolineava il “preoccupante peggioramento della finanza locale, imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale“.
A questo proposito la Corte dei Conti ha rincarato la dose lo scorso novembre, affermando con chiarezza che alle Autonomie locali è stato chiesto “uno sforzo di risanamento non proporzionato all’entità delle risorse gestibili dalle stesse a vantaggio degli altri comparti amministrativi”.
Inoltre, in relazione all’Imu sui terreni agricoli, l’Associazione dei comuni siciliani sottolinea come la decisione del governo nazionale (Decreto ministeriale del 28 novembre 2014) abbia non solo determinato una drastica riduzione del Fondo di solidarietà nazionale ma abbia anche fortemente penalizzato i comuni parzialmente montani e, soprattutto, quelli a forte vocazione agricola.
Tale decisione costringe gli amministratori a dovere chiedere ai cittadini il pagamento, entro domani 10 febbraio, di una ennesima tassa peraltro riferita al 2014. Va ricordato, infine, che il numero di enti (anche di consistente dimensione demografica) che stanno dichiarando il dissesto finanziario sta crescendo in maniera esponenziale, trasformando in ordinario un fenomeno che la normativa immaginava come eccezionale. Tali comuni, in questo modo, affermano di non essere in grado di onorare i debiti o di assolvere le funzioni indispensabili di loro competenza.
Per la comunità questo equivale, inevitabilmente, a un innalzamento delle tasse e a una riduzione all’osso dei servizi. Sono queste le ragioni principali della protesta voluta dall’Associazione dei comuni siciliani e partita lo scorso 21 gennaio, quando i sindaci siciliani, a scopo dimostrativo, hanno collocato a mezz’asta le bandiere della Regione Siciliana. Lo scorso 28 gennaio, invece, luci spente nei 390 comuni dell’Isola per dare forza ad una mobilitazione nata con l’obiettivo di illustrare i motivi per cui i comuni non riescono ad assicurare i servizi essenziali. Nei prossimi giorni saranno rese note le ulteriori azioni di protesta e le iniziative di comunicazione con i cittadini.
QUESTO LE SCHEMA DI DELIBERA CHE I COMUNI APPROVERANNO
COMUNE DI ………………
DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE
OGGETTO: adesione alla mobilitazione indetta dall’AnciSicilia per protestare contro la gravissima situazione economica e finanziaria dei Comuni siciliani.
PREMESSO CHE
i Comuni siciliani stanno attraversando una fase di difficoltà di natura economica e finanziaria senza precedenti;
il numero di Enti (anche di consistente dimensione demografica) che stanno dichiarando il dissesto finanziario sta crescendo in maniera esponenziale, trasformando in ordinario un fenomeno che la normativa immaginava come eccezionale;
già il 5 maggio 2014, come titolo dell’Assemblea annuale dell’AnciSicilia era stato scelto simbolicamente: “I Comuni siciliani in dissesto tra riforme mancate ed il baratro finanziario”;
in occasione del giudizio di parificazione del Bilancio della Regione Siciliana (3 luglio 2014) la Corte dei Conti – Sezione Sicilia evidenziava il “preoccupante peggioramento della finanza locale, imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale“;
da ultimo, la Corte dei Conti con la Delibera 29/2014 ha affermato con chiarezza che alle Autonomie locali è stato chiesto “uno sforzo di risanamento non proporzionato all’entità delle risorse gestibili dalle stesse a vantaggio degli altri comparti amministrativi”;
i Governi nazionali e regionali che, a prescindere del colore politico, si sono succeduti negli ultimi anni hanno in parte “scaricato” di fatto le difficoltà finanziarie del Paese sul Sistema degli Enti Locali;
si è determinato un eccessivo aumento delle aliquote dei tributi locali e del complessivo livello di pressione fiscale (IMU, TARI e TASI) che rende ancora più problematica la tenuta minima del rapporto tra Amministrazioni e cittadini, innescando forti tensioni sociali;
tale stato di cose per i Comuni della Sicilia è aggravato dalle generali condizioni strutturali del Mezzogiorno caratterizzate dalla scarsa capacità fiscale dei Territori ed, in particolare, dalla mancata attuazione per la Regione Siciliana del Federalismo Fiscale (Legge n. 42 del 2009);
nell’erogazione dei trasferimenti della Regione agli Enti locali si registrano sistematici ed intollerabili ritardi (nello specifico si attendono ancora le risorse relative al 2014);
tali ritardi obbligano i Comuni ad un continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria (con il conseguente ulteriore aggravio per il bilanci), producono gravi effetti anche con riferimento alle sanzioni derivanti dal mancato rispetto della normativa nazionale in ordine ai tempi dei pagamenti della P.A. (D.L.vo 9 novembre 2012, n. 192) ed, in taluni casi, hanno determinato insanabili conseguenze con riferimento al rispetto del Patto di Stabilità;
in relazione all’IMU sui terreni agricoli sia il Decreto Ministeriale n. 66 del 28 novembre 2014 sia il successivo Decreto Legge n. 4 del 24 gennaio 2015 nel rimodulare l’assoggettamento all’imposta hanno determinato una drastica riduzione del Fondo di solidarietà nazionale;
CONSIDERATO CHE
tale situazione rappresenta il sintomo evidente di una profonda crisi del sistema delle Autonomie locali ed ha come suo più grave effetto quello di determinare l’impossibilità di potere offrire servizi efficienti ai cittadini;
tale crisi è senza dubbio anche il risultato della progressiva e drastica riduzione dei trasferimenti statali e regionali agli Enti locali, cui si è assistito negli ultimi anni;
l‘assenza di un confronto istituzionale tra i diversi liveli istituzionali che si è registrata negli ultimi mesi ha drammaticamente confermato il disinteresse del Governo per i Comuni siciliani;
la confusione che si è generata sul piano giuridico ed amministrativo rischia di trasformare il senso di responsabilità dei Comuni e degli amministratori in una complicità ad un percorso che finirà con il far pesare sempre più ai cittadini e alle cittadine questo stato di cose;
le denunce dell’Anci relative ad una politica di tagli eccessivi nei confronti degli Enti Locali trovano oggi conferma autorevole nelle posizioni espresse dalla Corte dei Conti;
per quanto concerne l’IMU sui terreni agricoli, quella del Governo nazionale ha rappresentato una decisione improvvisa che ha fortemente penalizzato i Comuni parzialmente montani e, soprattutto, quelli a forte vocazione agricola;
con tale operazione si stanno sottovalutandole le gravi ricadute che una tale tassazione avrà sul valore dei terreni;
si è trattato di una decisione resa operativa a bilanci ormai chiusi, con una conseguente evidente violazione del principio dell’irretroattività delle norme e della autonomia dei Comuni;
tale scelta costringe gli Amministratori a dovere chiedere ai cittadini il pagamento, entro il 10 febbraio 2015, di una ennesima tassa (last minute) peraltro riferita al 2014;
gli effetti virtuosi e positivi che deriveranno nel medio periodo dalla immediata applicazione dei principi previsti dalla armonizzazione dei sistemi contabili della P.A. (Decreti Legislativi 118/2011 e 126/2014), non fanno venir meno una assoluta mancanza di attenzione circa gli effetti nefasti che si concretizzeranno in capo a tutti i Comuni siciliani in occasione della predisposizione dei bilanci di previsione 2015, con insostenibili ulteriori tagli ai servizi essenziali;
gli Enti locali sono disponibili a continuare a dare il loro contributo al risanamento della finanza pubblica a condizione che tale contributo sia omogeneo tra i diversi livelli istituzionali;
da tempo viene invocato un approccio globale rispetto al tema della gestione del sistema integrato dei rifiuti che possa prevalere sull’attuale quadro frammentato fondato sulla logica dell’emergenza che favorisce interessi particolari a discapito della tutela dell’ambiente e di un incremento dei livelli di raccolta differenziata;
manca una progettualità partecipata dei Fondi europei 2014-2020;
sono all’ordine del giorno episodi di violenza e minacce ad amministratori comunali da parte di cittadini esasperati dall’aumento delle imposte locali e dalla riduzione dei servizi sociali a condizioni da terzo mondo;
si condivide la proposta dell’AnciSicilia di proseguire con azioni simboliche di protesta tendenti a favorire una corretta comunicazione con i cittadini e, allo stesso tempo, di chiedere al Governo nazionale e regionale una inversione di tendenza nelle politiche rivolte agli Enti Locali;
RITENUTO CHE
non siano accettabili le mistificazioni relative al numero degli amministratori comunali ed alle loro indennità, anche in considerazione dei rischi che essi corrono sotto il profilo della incolumità fisica;
la speciale Autonomia di cui gode la Sicilia, negli ultimi anni, è stata fortemente mortificata da scelte nazionali relative a Comuni e Mezzogiorno;
IL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERA
– di aderire alla mobilitazione indetta dall’AnciSicilia, partecipando alle prossime azioni di protesta e di comunicazione rivolte ai cittadini;
– di chiedere la costituzione di un Tavolo permanente di concertazione tra Stato, Regione Siciliana e Comuni dell’Isola per affrontare la grave crisi Finanziaria;
– di chiedere al Governo nazionale:
la modifica della norma che ha rivisto il regime di esenzioni dall’IMU terreni agricoli, con particolare riferimento all’imposta relativa al 2014;
un contenimento dei tagli a valere sul Fondo di Solidarietà nazionale;
di rendere più flessibili le regole relative al Patto di stabilità anche al fine di favorire, laddove possibile, le spese per investimenti;
di prevedere misure che, anche in relazione all’attuazione dell’armonizzazione contabile dei bilanci, possano far fronte al crescente fenomeno di Comuni che dichiarano il dissesto finanziario;
di rivedere la norma che ha previsto il definanziamento dei Fondi PAC;
– di chiedere al Governo regionale:
di erogare tempestivamente agli Enti locali le risorse relative al 2014 e di mantenere inalterato il livello dei trasferimenti per il 2015;
di avviare, di concerto con l’AnciSicilia, una effettiva riorganizzazione del Governo del territorio che consenta di dar vita ai Liberi Consorzi di Comuni ed alle tre Città metropolitane, uscendo dalla prolungata impasse relativa ai commissariamenti delle ex Province;
di avviare un percorso istituzionale di concertazione che consenta di trovare una soluzione definitiva alle problematiche che riguardano il sistema integrato dei rifiuti e delle acque, facendo uscire la Sicilia da una condizione di sottosviluppo;
– di trasmettere copia della presente deliberazione all’AnciSicilia, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione siciliana.