RISOLUZIONE CONTRATTULE GIRGENTI ACQUE, SIMONE DI PAOLA SCRIVE A COGNATA

Sulla vicenda del servizio idrico, il consigliere comunale Simone Di Paola scrive una lettera all’assessore Faetano Cognata. Lettera che pubblichiamo integralmente.

Egregio Assessore, Nella vita non si finisce mai di imparare ed ho scoperto da diverso tempo (in verità lo hanno scoperto anche i saccensi, i quali pagano care ed amare le conseguenze di questa evidenza ogni giorno) che esistono contratti nei quali i diritti sono solo da una parte ed i doveri dall’altra! Ora a me pare in tutta franchezza che questo sia il caso della contratto di affidamento per la gestione della rete idrica e fognaria all’ente gestore privato ed i fatti dell’ultimo anno lo comprovano con una chiarezza disarmante. Non mi dilungo sulle ragioni del mio profondo ed insuperabile dissenso rispetto al fatto che un privato debba fare business con i diritti inalienabili dei cittadini; del resto sto ancora aspettando che taluni Deputati Regionali di questa provincia, che sulla battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua hanno costruito le proprie “fortune elettorali”, quelli che un giorno protestano e l’altro si siedono al tavolo della discussione, facciano il loro dovere e dimostrino la propria coerenza, dotando questa regione di quella tanto decantata legge per la restituzione ai comuni dell’acqua, promessa in campagna elettorale e mai realizzata, con buona pace dei “fessi” di crocettiana memoria, che scontano sulla loro pelle l’incoerenza della classe politica regionale, a cominciare da quella del mio partito.

Ciò detto, ritengo altrettanto incredibile la condotta incomprensibile delle amministrazioni comunali della nostra provincia e della classe di governo di questa Città; una città, la nostra, che nell’ultimo anno ha pagato carissima la evidente inadeguatezza del gestore a garantire un servizio che coniughi efficienza, efficacia ed economicità; l’episodio della Via Cappuccini, rimasta a secco per diversi giorni è solo l’ultimo di una serie interminabile di vicende che nell’ultimo inverno hanno lasciato senz’acqua praticamente tutto il centro storico di Sciacca, creando gravissimi disagi alla nostra comunità, a cui, di contro, le bollette vengono presentate con una puntualità a dir poco svizzera ed il pagamento viene preteso con la stessa solerzia e premura con cui dovrebbe essere garantito il servizio.

Un capitolo a parte merita il depuratore cittadino: quello che l’attuale maggioranza della Città, quando era opposizione definiva “il gioiello della Città”, salvo poi consegnarlo con tutti gli onori all’ente gestore, prima ancora che fossero maturati i tempi previsti, sulla base dell’assunto che la Girgenti Acque avrebbe avuto risorse, mezzi e competenze per renderlo funzionante al meglio ed in brevissimo tempo; argomentazioni, queste ultime che i fatti di più scottante cronaca, assai meglio di qualunque farse potrei usare io, si incaricano di sconfessare con cadenza quotidiana, facendone pagare il conto ai saccensi, privati perfino del diritto di potersi recare nelle proprie località balneari (tonnara, foggia, lido salus) e poter godere delle loro spiagge e del loro mare in condizioni di assoluta sicurezza e salubrità. In tutto questo fra breve entrerà nel vivo la stagione estiva, le famiglie inizieranno a popolare le zone di mare più frequentate ed ovviamente inizieranno, con una puntualità disarmante, i disservizi, le interruzioni di acqua e le rotture, con l’ovvia conseguenza del ricorso alle autobotti che, come ogni anno, nel mese di Agosto, sfrecceranno sulle nostre strade felici e beate; tradotto: altri disagi ed altri costi per le famiglie.

Ora, non posso non chiedermi: ma cos’altro ci vuole per mettersi in testa che ci sono tutte le condizioni possibili ed immaginabili per eccepire nelle sedi proprie la risoluzione contrattuale da inadempimento? Quali altri elementi devono essere forniti ancora per adire alla giustizia e provare a restituire alle nostre comunità serenità e diritti? E non mi si venga a dire che è l’ATO idrico, essendo parte contraente, che ha questa incombenza, perché l’ATO idrico è composto dai Sindaci dei Comuni della Provincia; quegli stessi Amministratori che negli ultimi mesi hanno fatto l’inferno contro la Girgenti Acque ed il servizio offerto, paventando clamorose azioni di protesta, emanando ordinanze a getto continuo, ad evidente riprova della volontà unanime di porre la parola fine a questo stato di cose. O forse devo pensare (e non voglio pensarlo!) che per qualcuno di essi erano solo manovre di natura squisitamente elettorale? Ora, noi non siamo prossimi al voto e ci sono tutte le condizioni per mettersi alla testa di un’azione finalmente determinata ed incisiva per intraprendere quella che la stragrande maggioranza dei saccensi ritiene la via maestra: risolvere il contratto contestando l’inadempimento. Pertanto, la prego, non continuiamo a cincischiare o giocare con le parole: siamo o no tutti convinti dell’esigenza di riprenderci il servizio (depuratore compreso)? Se lo siamo questa è l’unica via da percorrere. Le rammento che circa 9.000 firme di saccensi indignati e stanchi attendono ancora di essere onorate. In attesa di riscontri rivolgo cordiali saluti.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *