TERME, QUEL FATALE ERRORE DEL 2004: TRASFERIRE I DEBITI DALL’AZIENDA AUTONOMA ALLA TERME DI SCIACCA SPA

Il colpo mortale alle Terme è stato inferto in una data precisa: 2004. E’ da qui che si sono edificate le fondamenta di un percorso di privatizzazione che porta con se errori eclatanti. Il piede sull’acceleratore del processi di privatizzazione fu posto dall’allora assessore al Turismo, Fabio Granata. Accelerò quella legge del 1999 che aveva lo scopo di privatizzare le aziende partecipate della Regione, gli enti pubblici economici pubblici che chiudevano i bilanci, profondamente in rosso, con un contributo a pareggio, elargito ogni anno, che metteva a posto le passività accumulate da gestioni scriteriate degli stessi enti economici pubblici. A Fabio Granata venne la frenesia di costituire subito le società per azioni.

Nacque la Terme di Sciacca Spa, la Terme di Acireale Spa. Furono nominati (2005) i Consigli di Amministrazione, rigorosamente spartiti tra le forze del centrodestra, che allora aveva la guida della Regione. L’errore non fu la creazione delle società per azioni, ma incredibilmente si concentra nella trasformazione da Azienda Autonoma delle Terme a Terme di Sciacca Spa.

La politica, e la classe dirigente della Regione, fu talmente cieca da trasferire le passività ( circa 5 milioni di euro di debiti) alla neonata società per azioni. Debiti, ovviamente, riportati nel bilancio della neonata società. Con tale operazione si decretava la difficoltà senza via di ritorno a carico della Terme di Sciacca Spa ( e la sorella di Acireale, ovviamente). L’Azienda Autonoma delle Terme veniva posta in liquidazione (ma vive ancora oggi), e veniva scaricata da ogni peso passivo.

Le norme comunitarie, in materia di libera concorrenza, vietano che gli enti pubblici possano trasferire denaro alle società per azioni delle quali detengono o hanno quote nel capitale sociale. Nel caso della Terme di Sciacca Spa, il 100% delle azioni è della Regione. Nessuno contributo dalla Regione può mai essere erogato alla Terme di Sciacca Spa, altrimenti si infrange la norma europea che configura tale contribuzione come aiuto di Stato.

L’errore grande quanto un oceano, o meglio, grande quanto tutti gli oceani del globo, fu quello di avere trasferito (nel momento conferimento di beni tra Azienda Autonoma di Sciacca e Terme di Sciacca) anche i debiti di circa 5 milioni di euro. Sarebbe stato utile e intelligente che la Regione avesse pagato i debiti con un contributo a pareggio all’Azienda Autonoma delle Terme, prima dell’atto notarile e dell’assemblea dei soci per la nascita della Terme di Sciacca Spa.

Quanto stato scritto dal sottoscritto con pagine e pagine, sia sul quotidiano La Sicilia che su settimanali di Sciacca. A questo errore irreparabile sono stati aggiunti miopie della classe politica e dirigente della nostra Regione. I nodi sono venuti al pettine, dopo anni di superficiale attenzione alla risorsa termale. Carlo Turriciano, di fronte a questa realtà, ha potuto far poco, se non gestire l’indispensabile per far compiere al carrozzone qualche passo in più, sempre nell’agonia.

Ora, paradossalmente, l’unica via per dare una soluzione contabile (troppo pesante) è quella di rimettere in vita la mai liquidata Azienda Autonoma delle Terme e rifare il percorso inverso, facendo ritornare le passività nel bilancio della vecchia Azienda. La situazione è davvero incredibilmente impantanata. Né basta un attesissimo e mai pubblicato bando per affidare la gestione delle strutture ad un privato. Il mercato ha delle regole ben precise. Né bastano, ovviamente le passerelle dei politici, i comunicati di solidarietà, gli scioperi le lettere del sindaco. Qui c’è bisogno di qualcosa di nuovo che è difficile da far emergere.

Tranne se la politica, di colpo, assuma la P maiuscola. Ma sarebbe davvero un miracolo.

F.C.

(Nella foto, una riunione a Sciacca con l’ex assessore Fabio Granata)

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