TERME, RISCHIO CHIUSURA ORA PIU’ VICINO

Tanto tuonò che piovve. Da anni parliamo dei debiti delle Terme di Sciacca e di una Regione che trascura quella che potrebbe essere una grande risorsa economica e d’immagine. Da anni assistiamo alle “passerelle” di almeno una decina di assessori regionali al turismo, che si presentano alle Terme ed ai microfoni delle tv loali farfugliano frasi fatte che manifestano in modo evidente la loro scarsa conoscenza della problrmatica. 

Ora che uno dei tanti debitori decide di scendere in campo, ci svegliamo per la prima volta con lo stabilimento chiuso perchè non può lavorare per mancanza di liuce, tagliata dall’Enel perchè l’amministrazione attuale non è in grado di pagare bollette di consumi per un totale di 400 mila euro. E alle spalle dell’Enel ci sono tanti altri debitori pronti a fare valere le loro legittime ragioni. Il commissario Carlo Turriciano oggi tenterà di mettere l’ennesima pezza, l’ennesimo pannicello caldo in un calderone che sta per scoppiare, dove la temperatura è già alta da tempo. Forse riuscirà a fare riallacciare la corrente, ma sarebbe solo una soluzione temporanea. La verità è che delle Terme di Sciacca la proprietà, ovvero la Regione, non si è mai interessata, nemmeno quando è cambiato il vento politico.

Le Terme di Sciacca sono state tenute in vita con contributi a pareggio fino a quando a Palermo i soldi erano disponibili, oggi sono finite nel calderone delle partecipate che non portano vantaggi, da mettere da parte. E mentre forestali, precari e altre categorie vanno a protestare davanti la sede della Regione e riescono comunque ad ottenere attenzione e visibilità, il problema Terme è affidato solo alle proteste di singole realtà locali, alle lettere del sindaco a Crocetta che nessuno legge, ai comunicati della politica saccense che parla a se stessa, alle lamentele dei lavoartori che si sentono solo fino alla “Chiana”.

Il rischio che la prossima stagione non si cominci l’attività è concreto, il commissario Turriciano gestisce le risorse disponibili ma da tempo lancia l’allarme senza essere ascoltato. E se andasse a Palermo per dimettersi, affermando forte che non ha le risorse per andare avanti ? 

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