DATE A CESARE CIÒ CHE È DI CESARE. NEL SILENZIO, DANIELA CAMPIONE HA CENTRATO UN IMPORTANTE OBIETTIVO SOCIALE IN TEMA DI RIABILITAZIONE

L’assessore “tecnico” ha conseguito un risultato che fa giustizia ad un paradosso che ha generato innumerevoli disagi a tante famiglie

Prendendo in prestito una frase di Gesù riportata nei Vangeli (che si completa con a Dio ciò che è di Dio), una considerazione pare necessaria svolgere. A volte, il ritmo dello svolgersi delle cronache costringe, quasi, i media ad evidenziare gli aspetti negativi del quotidiano, sorvolando su ciò che di positivo la stessa quotidianità offre. Certo, la notizia che l’uomo morde il cane è più forte di quella nella quale il morso avviene in modo inverso.

Le vicende politiche offrono, in abbondanza, elementi di critica volti a evidenziare il non sincronismo di chi ci amministra con le attese della gente. Insomma, attirano più i fatti negativi che quelli positivi. Vogliamo prendere in considerazione, perché degna di nota e non per un’attività riparatoria, un fatto importante per il sociale. Un fatto che la politica è riuscita a risolvere a vantaggio di chi soffre e di chi è costretto, nella sofferenza, a imbattersi in una stupida i insensibile burocrazia.

Forse, oltre alle notizie diffuse dal nostro sito, sugli altri media è passata in modo silenzioso l’istituzione del centro di riabilitazione pediatrica nel reparto Maugeri dell’Ospedale di Sciacca. “A Sciacca, comune capofila del Distretto Socio Sanitario, – hanno evidenziato il sindaco Fabrizio Di Paola e l’assessore Daniela Campione in una lettera inviata ai dirigenti Asp – non esistono centri dove effettuare trattamenti di riabilitazione ambulatoriale, convenzionati con l’ASP, a favore di portatori di handicap. Le terapie (logopedia, psicomotricità, neuromotoria ecc.) sono assolutamente necessarie e indispensabili per la salute fisica e psichica dei disabili. Circa 80 utenti sono costretti a rivolgersi a centri convenzionati fuori Sciacca, soprattutto di Sambuca di Sicilia e Castelvetrano. Le famiglie si sentono abbandonate dalle istituzioni sanitarie in quanto l’assistenza è a loro totale carico, dalla diagnosi alla cura”.

La domanda è sin troppo banale. Perché, pur avendo una struttura riabilitativa di eccellenza a Sciacca, tante famiglie sono costrette a rivolgersi a strutture fuori del territorio? La politica, quella con la lettera iniziale maiuscola, ha il compito di dare risposta alle giuste e concrete istanze che provengono dalla gente. L’Amministrazione Di Paola ha chiesto nel 2013 la stipula di una convenzione tra l’Asp e la Maugeri, proprio per rimuovere gli ostacoli che non consentivano alle tante famiglie di effettuare la terapia riabilitativa a Sciacca. E in questo ventaglio di utenza vi sono anche i minori. Nei giorni scorsi, proprio il nostro giornale ha dato notizia del via libera da parte dell’Asp di Agrigento al protocollo di intesa con la Fondazione. Si attende adesso il parere favorevole di quest’ultima, che non mancherà certamente.

Di fronte a tale risultato, è necessario dire le cose come stanno, senza arrossire se si pensa che la politica è riuscita a centrare un atteso obiettivo. Tale traguardo è frutto di un lavoro tenace e costante da parte dell’assessore Daniela Campione. Un tecnico, nominato da Di Paola, senza etichetta politica, né esperienza amministrativa. Una donna. Era opinione diffusa che la stessa Campione fosse stata scelta per un periodo limitato, in attesa di un nome più “titolato”.

Daniela Campione, da anni impegnata nel mondo del sociale e dell’associazionismo, ha posto come priorità la soluzione di una tematica che non trovava definizione. La soluzione della tematica ha anche un risvolto economico non indifferente per le famiglie e per le casse comunali. Come contributo per le spese sostenute (le famiglie ricevono soltanto il rimborso per il carburante) le casse comunali sborsano 120.000 euro solo per la città di Sciacca, cifra in crescita. I familiari dei disabili da anni richiedono l’istituzione a Sciacca di un centro di riabilitazione convenzionato, ma le richieste sono sempre rimaste disattese.

Come in un film poliziesco, abbiamo davanti i nostri occhi la scena del poliziotto che chiude il fascicolo col timbro “caso chiuso”. La politica ha saputo chiudere positivamente il caso. Daniela Campione, nell’operare al di fuori della luce dei riflettori, ha saputo portare a termine un obiettivo importante e atteso. Nessuna medaglia, ma ci sembra opportuno dare a Cesare ciò che è di Cesare.

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