TRIVELLAZIONI: LA PROTESTA SI DEVE SPOSTARE A BRUXELLES
Mercoledi audizione dell’Anci alla IV commissione Territorio e Ambiente all’Ars
I parlamentari regionali di 5 Stelle pronti a coinvolgere associazioni e sindaci dei Comuni costieri in una battaglia… europea contro le prospezioni petrolifere. Ad unirsi alla protesta sono anche i sindaci. L’Associazione nazionale dei Comuni ha chiesto subito un’audizione alla IV commissione Territorio e Ambiente all’Ars, ottenendola per mercoledì, con il vice presidente Paolo Amenta, mentre sta seguendo anche la strada del ricorso per rivendicare l’incostituzionalità dell’art. 38 ribattezzato dagli ambientalisti “Sblocca Trivelle”. I parlamentari 5 Stelle rilanciano e anticipano di voler portare al vaglio della Commissione europea una serie di possibili violazioni di direttive europee relative alle modifiche normative previste dal decreto, denunciando la creazione di «un sistema di semplificazione che ha lo scopo di permettere un più rapido rilascio di autorizzazioni alle compagnie petrolifere per le ricerche di idrocarburi nel territorio italiano, per potenziare il settore industriale dell’estrazione petrolifera, nonché aumentare il conseguente gettito fiscale in favore dello Stato». E paventano il rischio che l’Italia stia approvando modifiche normative in aperto contrasto con la normativa europea e, in particolare, con la direttiva 2013/30/Ue. E questa è la spiegazione: «Nel decreto viene previsto un titolo concessorio unico, cioè un solo permesso per esplorare ed estrarre idrocarburi da ottenere con un procedimento che dovrà concludersi entro 180 giorni. Le proroghe a tale titolo unico potranno agevolmente superare i 50 anni e senza alcun vincolo o autorizzazione delle autorità territoriali. Così il potere regionale verrebbe marginalizzato nel processo decisionale e escluso nel caso di trivellazioni off-shore».