PIANO D’INTERVENTO ARO, SI IMITI L’ESEMPIO DI MENFI

Il non discutere in Consiglio comunale il Piano d’intervento dell’ARO getta ombre sulla nuova modalità di gestione dei rifiuti, che a Sciacca sembrano avere coloriture politiche

Chissà perché sul tema dei rifiuti nella città termale si forma una sorta di coloritura politica. La gestione dei rifiuti a Sciacca è di sinistra, o di destra? Dalla nascita della Sogeir, e dalla nomina del suo presidente, l’ago della bilancia del colore politico pende a sinistra.

La nomina del presidente avvenne in ore notturne e spuntò sotto l’Amministrazione di sinistra guidata da Ignazio Cucchiara. La conseguenza creò uno scossone nell’ambito dell’altra parte imprenditoriale, quella più notoriamente vicina al centrodestra. Tra le due “aree” imprenditoriali scoppiò la guerra.

Guerra che fu ufficializzata con una richiesta – datata 12 maggio 2010 (protocollo 777) – al Presidente del Consiglio comunale dai consiglieri del centrodestra (Calogero Filippo Bono, Gianluca Guardino, Gaetano Cognata, Silvio Caracappa, Davide Emmi, Nicola Assenzo, Ignazio Bivona, Salvatore Alonge e Luigi Dimino) di costituzione di una Commissione consiliare d’inchiesta sulla Sogeir.

Una richiesta nella quale, tra gli altri motivi, si sottolineava come “a Sciacca, nei vari anni di attività della Sogeir, il costo del servizio di smaltimento dei rifiuti è più che raddoppiato”. Nella richiesta sottoscritta si fa anche riferimento al “clamore della vicenda legata alle vertenze Sogeir e Sam e Bono Sap. E’ il 17 dicembre 2013 quando avviene una svolta. E’ la data della deliberazione del Consiglio comunale per la costituzione dell’Area di raccolta ottimale (ARO). E’ la nuova formula di organizzazione della raccolta dei rifiuti sul territorio saccense. Insomma, si cambia registro, di fatto emarginando la gestione marinelliana della Sogeir.

La deliberazione del Consiglio comunale riguarda solamente la delimitazione dell’area di competenza territoriale, cioè quella che ricade esclusivamente sul territorio saccense. Tanto che nel corpo della delibera si specifica che per “la definizione delle modalità del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto sul territorio ARO, si provvederà dopo l’approvazione del Piano di Intervento che dovrà fornire le indicazioni in merito alla forma di gestione a cui si farà ricorso”.

Lo stesso dirigente del Settore, l’architetto Misuraca, interviene nel dibattito consiliare per specificare meglio che “si approva solamente la perimetrazione e i contenuti e i motivi della perimetrazione. La redazione in dettaglio del Piano d’intervento è in corso d’opera per cui si stanno reperendo tutti i dati che riguardano da un lato le caratteristiche del territorio, la presenza di tutte le strumentazioni e attrezzature che si possiedono, la tipologia delle persone anche per fascia temporale”. Significative le parole del sindaco Di Paola intervenuto al dibattito consiliare: “La possibilità di ottenere delle economie fiscali è tutto affidata al Piano di intervento e alla capacità che avranno di sapere interpretare correttamente le linee guida”.

La questione attuale, che ha sollevato un forte dibattito sfociato con l’approvazione della pregiudiziale presentata dall’opposizione e passata in aula con la conseguenza del rinvio del punto di “presa d’atto” della delibera che la Giunta intendeva far approvare senza il Piano d’intervento, è la trasparenza delle procedure e della metodologia. Perché, intendiamoci bene, su un appalto di 37 milioni di euro per sette anni, che incide in maniera significativa sui contribuenti saccensi, è necessario essere chiari e trasparenti. Basta prendere l’esempio dalla confinante Menfi, dove il Piano d’intervento di 212 dettagliatissime pagine è stato pubblicato sul sito ufficiale del Comune, dove è stato chiesto il contributo di idee ai cittadini ( http://welcometomenfi.it/it/notizie/ambiente/ecco-il-piano-di-intervento-del-servizio-di-igiene-urbana/ ).

Insomma, tutto il carteggio arriva in Consiglio comunale ammannito di tutto e di notizie dettagliate per compiere scelte e fare paragoni con la precedente gestione della raccolta dei rifiuti. E sulla questa questione non ci dovrebbero essere dubbi, specie se proprio il segretario generale comunale, intervenendo nel dibattito inerente la delibera 63 del 17 dicembre 2013 rimarca che “per quanto riguarda il problema relativo alla competenza in Consiglio comunale del Piano d’intervento, lo ritiene necessario alla luce di diverse disposizioni e in particolare di due disposizioni; una è la disposizione relativa all’articolo 32 della L. 142/90, introdotta in Sicilia con la L.R. 48/91, dove si dice che il Consiglio comunale è competente perle spese che si impegnano nei bilanci per gli esercizi successivi e peri servizi a carattere continuativo, e questo è un servizio a carattere continuativo”.

Lo stesso sindaco Di Paola, intervenuto successivamente, dice che “la perimetrazione dell’Aro e il Piano d’intervento devono essere fatti e stasera questo è un atto propedeutico che va fatto nelle more della realizzazione del Piano d’intervento”. Come si evince, la questione del Piano d’intervento assume rilievo. E’ uno strumento nel quale sono dettagliate tutte le fasi gestionali elevate a valore e dal quale si evince, chiaramente, la convenienza economica a praticare la nuova fase gestionale della raccolta dei rifiuti. Dunque, appare sacrosanto che il Consiglio comunale e la città siano messi nelle condizioni di comprendere ciò a cui si va incontro. Come è accaduto nella vicina Menfi, del resto. In verità, il Piano d’intervento è stato approvato dalla Giunta comunale l’8 maggio 2014 e trasmesso all’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità. Il 25 luglio scorso arriva al Comune l’approvazione del Piano d’intervento da parte dell’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità. Dunque, in buona sostanza, il Consiglio comunale viene “scavalcato” delle sue competenze in materie finanziarie, specie per somme che impegnano più esercizi consecutivi.

Perché tale procedura? Perché non si è ritenuto di coinvolgere il Consiglio comunale e la Città in una scelta così importante? Sono domande che attendono risposte. E’ stata “confezionata” una procedura da trasmettere all’Urega per la pubblicazione senza la concertazione tra Città e Amministrazione per il tramite del Consiglio comunale. Un appalto che prevede l’assegnazione del servizio di raccolta, spazzamento e smaltimento dei rifiuti al privato che praticherà il ribasso più conveniente. Intanto, il servizio costerà per il primo anno 5.420.238 euro, con un leggero decremento per gli anni successivi.

Vuoi vedere che per il contribuente non cambierà nulla e la spazzatura sarà sempre un fardello che incide in maniera consistente?

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