PORTO EMPEDOCLE, L’INCHINO AL BOSS MESSINA

C’è un’inchiesta, è lo rivela nell’edizione di oggi il quotidiano La Repubblica, su quanto sarebbe successo domenica 7 settembre, a Porto Empedocle, nel corso della processione di San Calogero. I portatori avrebbero portato la vara, posandola davanti la palazzina dove abita la madre e la moglie di Gerlandino Messina, in via da Verrazzano. Quella sosta davanti la casa dei boss Messina sarebbe stata ripresa dalla Polizia.

Il giorno della processione, il vice questore aggiunto Cesare Castelli, responsabile del Commissariato di Porto Empedocle, ha fatto travestire il personale della Scientifica da turisti per fargli filmare la processione del Santo Nero. Sull’ultimo atto di devozione ai familiari dei boss, i magistrati della Procura distrettuale antimafia di Palermo hanno aperto un’inchiesta.

Intanto, i Messina – come scrive Repubblica -, continuano ad essere molto devoti al santo protettore della città. Ma non alla Chiesa di papa Francesco, che di recente ha ribadito la scomunica contro i mafiosi. La madre del boss, che per la prima volta parla dice: “Ora il Papa dice che i mafiosi non possono prendere la grazia di Dio. Ho già detto ai miei figli: “Quando muoio, mi portate direttamente al cimitero”. Perché i parrini fanno più schifo degli altri. Questi non vengono giudicati? Solo Dio può giudicare. Non c’è Papa che può giudicare. E infatti mia figlia non va più a messa”.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *