CARO PRESIDENTE TI SCRIVO: LETTERA APERTA DI DI PAOLA A CROCETTA
Il consigliere comunale Simone Di Paola scrive al presidente della Regione Rosario Crocetta. Una lettera che scaturisce dalle riflessioni successive alla presenza a Sciacca di Crocetta ed alle sue dichiarazioni, alcune delle quali hanno non poco impressionato la comunità saccense e gli stessi militanti del partito del presidente della Regtione.
On. Presidente,
Sono fra i tanti militanti del PD di Sciacca che domenica scorsa hanno avuto il piacere di ascoltarla in occasione della serata conclusiva della locale Festa de l’Unità; sono tante le valutazioni che vorrei esternarle, ma mi limito alle seguenti notazioni: Ho Condiviso in pieno il giudizio politico che Ella ha voluto dare in merito alla condotta ed alle scelte assunte nel lontano 2008 da quei Sindaci che si rifiutarono di consegnare le reti idriche al gestore privato. Ritengo sia stato giusto da parte del Governo della Regione aver tutelato il coraggio politico di quanti, compiendo un vero e proprio atto di disobbedienza civile contro una legge scellerata, scelsero (anche perché favoriti dal fatto di essere proprietari delle reti) di salvaguardare i propri concittadini, anche a costo di pagare di persona il prezzo di tale decisione. Al contempo però ho trovato oggettivamente eccessive certe espressioni utilizzate; in tutta obiettività, per quanto lontani si possa essere dalle scelte politiche assunte dall’amministrazione comunale del tempo, non si può definire “fesso” un Sindaco che applica la legge (scellerata, ma pur sempre legge). In ogni caso credo che le vicende del passato non possano e non debbano impedire ad un governo che vuole puntare tutto sulle riforme di portare avanti una legge che tuteli le aspettative ed il sacrosanto diritto dei cittadini dei 27 comuni, le cui reti sono gestite da Girgenti Acque, di essere trattati allo stesso identico modo dei cittadini delle comunità “sanate” dalla L.R. 2/2013. In tal senso gravissime ed evidenti sono le responsabilità del legislatore Regionale, dunque soprattutto del Parlamento siciliano nella sua interezza (,a cominciare dalle forze di centro destra le quali non hanno titolo per dare lezioni a chicchessia!), incapace, o forse per nulla interessato, a dare alla Sicilia una legge che restituisca ai siciliani un modello di gestione pubblica finalmente lontano dalle squallide logiche del business e del guadagno; una legge che restituisca finalmente dignità alle enormi mobilitazioni della società civile, del mondo dell’associazionismo e di quella parte della politica che da tempo si batte nella direzione della ripubblicizzazione della gestione delle risorse idriche e che attende da tempo ed invanoed una legge che faccia giustizia di anni di vessazioni ed angherie nella bollettazione e nella qualità del servizio. Queste sono le battaglie che mi aspetto dal “mio Presidente della Regione”; questi i temi rispetto ai quali avrei voluto riposte precise ed impegni concreti anche a tutela di quanti negli ultimi anni si sono battuti contro questo sistema perverso; in tal senso non posso nascondere una certa delusione. Per il resto fermo nel mio giudizio complessivo: la classe dirigente nella sua interezza, a cominciare dal PD, ha il preciso dovere di dire chiaramente se ha in mente un modello di sviluppo per la nostra Città e per il nostro territorio e su che asset strategici intenda investire per dare un futuro ai nostri figli. Di una cosa sono certo: il suo Governo, il primo di centro sinistra eletto dai siciliani da tempo immemorabile, non può e non deve prestarsi, o peggio esserne l’esecutore materiale, di quel disegno “agrigentocentrico” che punta chiaramente a spogliarci di tutte le nostre eccellenze, riportandoci all’età della pietra! Io credo che su questo il nostro circolo di Sciacca debba avviare una forte azione di confronto e di pressione con i propri referenti , mettendoli alla prova ed incalzandoli sulle tante cose da fare, nella consapevolezza che avere il governo regionale nelle mani sia un’occasione che il PD non può permettersi il lusso di perdere; in tal senso la disponibilità al dialogo con la nostra Città, che Ella ha voluto manifestare rappresenta certamente un buon viatico per colmare i difetti di incomunicabilità che oggettivamente finora hanno contrassegnato i rapporti fra la Regione e Sciacca.”