EMITTENTI TELEVISIVE LOCALI, IACONO (PD): “RIVEDERE I CONTRIBUTI ANNUALI”
La parlamentare del Partito democratico , Maria iacono, si è rivolta, attraverso una lettera , all’AGCOM, per chiedere la revisione della delibera n. 210/14/CONS riguardante lo schema di provvedimento recante i criteri per la fissazione da parte del Ministero dello Sviluppo economico dei contributi annuali per l’utilizzo delle frequenze nelle bande televisive terrestri.
“Sulla base dei criteri fissati da tale provvedimento,” ha dichiarato Maria Iacono,” gli importi che gli operatori di rete locali dovrebbero corrispondere sarebbero assolutamente insostenibili per tutto il comparto.”
“Con l’adozione dei nuovi criteri, posti a consultazione dalla stessa autorità per le garanzie nellle comunicazioni, tali importi subirebbero un enorme incremento.”
“Infatti,” ha aggiunto Maria Iacono, nella fase transitoria (sino al 2013 compreso), tutte le emittenti televisive erano soggette esclusivamente al pagamento di un importo pari all’1% del fatturato dell’emittente, calcolato sui ricavi dell’attività di operatore di rete e di fornitore di servizi di media audiovisivi per il marchio ex analogico, con il limite massimo (per le tv locali) di 17.776 euro.” “Inoltre, secondo i citati criteri, il contributo viene applicato progressivamente (con un pagamento, a partire dal 2014, del 30% dell’importo dovuto; del 47,5% nel 2015; del 60% nel 2016; dell’82,5% nel 2017 e del 100% nel 2018).” “Oltre ai contributi annuali, gli operatori di rete in ambito nazionale e locale devono corrispondere i diritti amministrativi, come previsti dall’art. 34 del Codice delle comunicazioni elettroniche (Dlgs n. 259/03). “
“Secondo alcuni calcoli, sulla base dei nuovi criteri, sommando i contributi previsti dallo schema di provvedimento posto a consultazione con i diritti amministrativi , le emittenti locali sarebbero costrette a corrispondere somme mediamente 15-20 volte (e oltre) superiori a quanto veniva corrisposto in precedenza, in pieno contrasto con l’obbligo di uniformare gli importi dovuti a quelli previsti per la diffusione analogica, come stabilito dall’art. 17, comma 2 del Testo Unico dei Servizi di Media audiovisivi e radiofonici.”
“Credo, sulla base dei dati fin qui analizzati, che sia necessario ed urgente promuovere un confronto franco e leale con le associazioni che rappresentato le emittenti locali e con le Istituzioni Democratiche, a cominciare dal ministero dello sviluppo economico, al fine di evitare che le emittenti Regionali e locali siano fortemente danneggiate sul piano economico e finanziario dalla stessa delibera, che a mio parere, andrebbe fortemente rivista sul piano soprattutto della riformulazione dei criteri di contribuzione.”
“Inoltre, ritengo opportuno ricordare che le emittenti regionali e provinciali svolgono un prezioso ruolo d’informazione che sarebbe fortemente indebolito dalle pesanti conseguenze che tale delibera determinerebbe, senza contare che il vertiginoso aumento del contributo determinerebbe necessariamente un taglio al personale che ,soprattutto nel meridione, avrebbe conseguenze anche sul piano sociale.”