SERATA DEDICATA ALLA POESIA NELLA SUGGESTIVA CORNICE DELL’ATRIO INFERIORE
Nella splendida cornice dell’Atrio superiore del Palazzo Comunale si è svolta una serata di poesia, inserita nel calendario dell’Estate saccense: l’Incontro è stato con l’Autrice: Antonella Montalbano, che ha voluto accanto a sé il giovane Lorenzo Marciante, autore della sua prima pubblicazione poetica.
La Montalbano è nota soprattutto a Torino e Milano, dove sono stati pubblicati libri e recensioni in importanti riviste (Genesi e Alcyone). L’ultima opera pubblicata, che ha un titolo emblematico: “Se il chicco di grano. Semina e Mietitura” (Torino 2013), pone all’attenzione dei lettori la parafrasi della dinamica compiuta dal chicco di grano, che ‘se non muore, non può portare frutto’. Il suo percorso letterario è un canto di fede che narra il superamento delle umane debolezze e fragilità per abbandonarsi in Dio.
La poetessa offre un percorso sillogico che va dalla ricerca del senso del dolore (presente nelle precedenti opere: Finestre sull’anima del 2008 e L’amore, più forte della morte. Dio solo basta del 2010) all’approdo della pace e della resa incondizionata. Il linguaggio utilizzato è di natura simbolica, trattandosi di tematiche che riguardano il senso ultimo della vita. La poesia della Montalbano (teologa laureata presso la Pontificia Facoltà teologica di Sicilia) trae la sua linfa da una precisa ermeneutica delle fonti bibliche, ma c’è pure il riferimento alla cultura letteraria ermetica e alla storia del Novecento, anche quella siciliana.
Di questa triplice fonte vengono evocate immagini, simboli e metafore. Una lettura universale del dolore di ogni uomo, dunque, e della ricerca della pace, alla luce della verità antropologica, ma in relazione al fine ultimo della vita, attraverso un continuo accostamento dei paesaggi interiori della vita a quelli esteriori della Sicilia, colti attraverso le luci e le ombre delle stagioni. In questo modo, con pochi significativi versi, viene evocato ciò che difficilmente si potrebbe tradurre in metafore.
In appendice all’ultima raccolta v’è pure un triplice omaggio ai due poeti maggiori di Sciacca: Russo e Licata, i quali pur restando molto distanti dalla sua scrittura, evidentemente hanno lasciato un segno: Licata per la sua fede esplicita, Russo per la testimonianza dei valori civili, che la Montalbano sente in modo molto forte. Nel clima di quasi totale indifferenza della ricerca del fondamento etico-religioso della vita, ma anche di una profonda crisi esistenziale, la poesia della Montalbano offre a lettori attenti e sensibili alla poesia il suo punto di riferimento spirituale che è la fede cristologica. Ai tanti amici, ma anche a tanti giovani presenti alla serata, i due autori con la loro scrittura hanno offerto diversi e commoventi spunti di riflessione sulla ricerca di senso della vita e della morte, grazie anche all’intelligente regia di Rossana Puccio, che ha saputo far dialogare una credente con un agnostico, in un confronto capace di riportare tutti verso un ascolto ‘quasi religioso’ della poesia.