“COMPA’, PORTAMI 30 AMI”. IL LINGUAGGIO CONVENZIONALE TRA I PRESUNTI SPACCIATORI DI DROGA

In ogni operazione antidroga, le intercettazioni colgono aspetti pecualiari che emergono dal linguaggio usato dagli indagati. Non parlano mai di droga, di sostanze stupefacenti. Si inventano parole alternative. Nelle intercettazioni relative al blitz “Veleno” vengono usati termini come “ami”, “wurstel” e, ancora per rimanere in tema marinaresco, “piombi”. Gli indagati tentano di rimanere guardinghi, ma è come nascondersi dietro un dito.

“Prepara 30 ami come voglio io, ok?”. Oppure: “I piombi da 20 grammi quanto costano?”.

In qualche intercettazione, qualcuno cambia termine e pensa di confondere gli investigatori. Un indagato: “Compà ti devo dare la penna”, l’altro, “vieni al gara”, “2 minuti e vengo compà”.

Elementare, Watson? Come se gli investigatori fossero quelli dell’età della pietra. Ma pedinamenti, intercettazioni ambientali e le stesse telefoniche, sono strumenti dai quali è difficile farla franca. 

“Ami”, “piombi” e roba del genere sono finiti nella implacabile ed efficace “rete” a maglie strette dei carabinieri.

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