PONTE PETRULLA’,ALFANO: “FATE PRESTO”. PONTE VERDURA, AD ALFANO NON INTERESSA?
Licata, viadotto crollato per la rottura (lette travi in cemento a rottura delle travi in cemento armato che sostenevano l’impalcato all’origine del cedimento di una campata del viadotto rcuuiia, icata. A sostenerlo è l’Anas dopo i primi accertamenti tecnici eseguiti sulla strada statale 123. Certo si tratta sempre di una prima ipotesi che dovrà trovare conferma da ulteriori indagini. Anas e Polizia stradale si sono posti il problema della viabilità. Problema al centro di un incontro avvenuto nella Prefettura di Agrigento. Presenti i vertici regionali e provinciali Anas, il personale della Protezione civile e i vertici provinciali della Polizia stradale di Agrigento, guidati dal comandante Giuseppe Andrea Morreale. I veicoli saranno dirottati in un tracciato altemativo, che sarà subito a disposizione dell’utenza, intanto
Il ministro dell’interno, Angelino Alfano, ha contattato il presidente e amministratore delegato dell’Anas, Pietro Ciucci, “per un intervento immediato volto al ripristino di quella parte del viadotto crollata”. E quanto si legge in una nota del Viminale. “Occorre intervenire prima possibile -afferma Alfano- non trascurando un’indagine specifica sulle cause del crollo, perché questo viadotto costituisce la più veloce via di fuga per gli abitanti di molti comuni a forte rischio sismico”.
E’ encomiabile la determinazione del ministro Alfano il quale, però, dimentica che il 2 febbraio del 2013 crollò il ponte del Verdura. Ci sono ponti di serie A e B. Eppure, il Verdura ricade nella sua provincia. Non si ricorda, il Ministro, i disagi inumani per percorrere quei 20 chilometri di trazzera alternativa?
Il viadotto sarebbe crollato per la rottura delle travi in cemento armato che sostenevano l’impalcato.
Per quanto riguarda la situazione dei feriti, unica ricoverata in via precauzionale è una ventiseienne di Mazzarino, che era sul alto passeggero dell’Audi Q3. Alla guida della vettura il marito rimasto illeso. La donna è ricoverata nel reparto di Ginecologia dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, per accertamenti, non tanto per lei, quanto per il bambino che porta in grembo, anche se dalle analisi madre e feto non corrono alcun rischio. Rimaste contuse tre donne di Delia, due sorelle di 32 e 47 anni e una loro cugina di 33 anni ed un bambino di 10 anni, che viaggiavano su una Fiat Punto.