MISSIONE DI PAOLA: TROVARE 3.626.000,00 DI EURO IN UN MESE. CORSA CONTRO IL TEMPO PER CHIUDERE IL BILANCIO
Editoriale di Filippo Cardinale
Una premessa è necessaria. Tutti i Comuni italiani sono costretti ad affrontare enormi difficoltà a causa dei tagli dei trasferimenti statali e regionali. Lo Stato gioca in questa maniera: meno soldi ai Comuni, i quali sono costretti, per poter chiudere i bilanci, ad innalzare la tassazione locale e a tagliare le spese correnti. E a farne le spese sono i sindaci, poiché sono loro a diretto contatto con i cittadini. Su di loro si riverbera l’ira della gente.
Il sindaco Di Paola deve sudare sette camicie per far quadrare i conti, con un tempo a disposizione assai ristretto: un mese. In un mare di difficoltà tali, appare evidente come siano banali tutte le questioni di questi giorni che hanno riferimento la fibrillazione della maggioranza alla ricerca di un assetto politico, dopo le dimissioni dell’ex vice sindaco e assessore al Bilancio e Patrimonio, Vincenzo Porrello e la fuoriuscita dalla maggioranza dei tre consiglieri di Big Bang.
Il tema centrale, oggi, è il taglio di trasferimenti statali di 3.626.067 euro. Lo Stato ha tagliato il contributo di minor gettito Imu pari complessivamente a 2.409.067 euro e il fondo di solidarietà pari a 1.217.000 euro. I cittadini saranno chiamati già il prossimo 16 ottobre a pagare le tasse sulla Tasi. Nella incredibile giostra della parole, lo Stato ha tolto l’Imu, inserendo la Tasi. Il prodotto non cambia e la casa sarà sempre tassata. Torniamo al sindaco Di Paola.
Il primo cittadino, incosciente chi lo invidia e vorrebbe essere al suo posto, in un mese deve racimolare 3.626.067 euro per poter chiudere il bilancio e i profili della tassazione Tasi. Nessuno, al suo posto, potrebbe fare diversamente. Da qualsiasi collocazione politica provenga.
Almeno che non sia uno sceicco e apra il portafoglio personale rimpinguando le casse comunali. E vana è la speranza di poter ospitare uno yacht di qualche sceicco poiché una barca di appena 150 metri non riuscirebbe ad entrare nel porto di Sciacca. Dunque, siamo una città turistica, ma di profilo limitato e parecchio.
Qual è la soluzione, dunque? Inevitabilmente di alzare la tassazione. In questo caso, non sarà lo sceicco ad aprire il portafogli ma i cittadini a farlo e a stringere la cinta, comprimendo ancora di più la circonferenza della cinta. Oltre ai tagli alle spese correnti, il sindaco deve, suo malgrado, aumentare le tasse. Cosa fatta già lo scorso anno, ma che necessita anche quest’anno. Può tagliare le spese delle manifestazioni, carnevale compreso, le spese di alcuni servizi, come ad esempio la scerbatura e lasciando Sciacca in preda alle erbacce. Oppure tagliando sui servizi di raccolta dei rifiuti optando per una città ancora più sporca. Dunque, la manovra imminente riguarderà, inevitabilmente, la casa. Sarà tassata la prima, sarà aumentata la tassazione della seconda.
A questo appuntamento, la politica arriva disarticolata. La maggioranza litiga per rimodulare il peso della rappresentanza delle sue componenti, l’opposizione, il cui governo precedente si è interrotto per le dimissioni del sindaco, e il cui governo si è caratterizzato in negativo per lo sforamento del patto di stabilità, tenterà di dipingere il sindaco come l’uomo delle tasse. In tale contesto di difficoltà finanziarie per gli enti locali, la politica locale dovrebbe mostrare all’opinione pubblica il senso della responsabilità. E le difficoltà enormi vanno affrontate con il senso della responsabilità. Non a parole, ovviamente.
Ambedue le parti politiche, presenti in Consiglio comunale, dovrebbero agire guardando avanti. Si trovano sulla stessa nave che sta imbarcando grandi quantità di acque. Spostarsi da una parte serve a poco. L’acqua arriverà, comunque, anche lì. Serve, allora, trovare una soluzione tale che consenta di dirigere la nave verso un porto che le darà sicurezza di ormeggio.
Chi ha orecchi per intende, intenda. Le due parti resteranno sorde? Beh, allora, come nel detto, tra i due litiganti sarà il terzo a godere!