INCIDENTE SUL LAVORO, MORTE DI LA BELLA: PER LA DIFESA A CAUSARE LA MORTE DEL GIOVANE OPERAIO SAREBBE STATO UN COLPO DI BENNA AL VISO
Nella prossima udienza sarà visionato un video prodotto da una emittente locale. Il medico legale della difesa: “Non fu l’asfissia la causa della morte”
Il processo per omicidio colposo per la morte del giovane Accursio La Bella, mentre era al lavoro per la realizzazione della rete fognaria allo Stazzone, svela una ipotesi della causa della morte. La tesi è della difesa dei dirigenti comunali Liotta e Giarratano (imputati di omicidio colposo), rispettivamente difesi dall’avvocato Giuseppe Brancato e Giovanna Craparo. Stamattina, nel corso dell’udienza, è stata ascoltato il perito di difesa, la dottoressa Nunzia Albano, medico legale dell’Università di Palermo. Ancor prima della audizione della dottoressa Albano, era stato il perito tecnico della difesa a sostenere la tesi del colpo di benna come causa della morte del giovane operaio.
Secondo la dottoressa Albano, Accursio La Bella non è morto per asfissia, ma per le fratture causate alla mascella e all’osso del collo. Secondo il medico legale, La Bella sarebbe stato colpito dalla benna, asd una velocità minima. Colpo che avrebbe causato la frattura mascellare con riflessi alla base cranica. La Bella non sarebbe morto sul colpo, sarebbe vissuto, almeno per il medico legale della difesa, per una decina di minuti.
Secondo la difesa, e secondo i periti della difesa, non sarebbe stato lo smottamento del terreno a provocare la morte di La Bella. Secondo la difesa, il conduttore dell’escavatore avrebbe eseguito una mano vra sbagliata. La Bella sarebbe stato colpito lateralmente dalla benna. Il casco non scalfito, e la non individuazione di ferite da abrasioner sul viso, sarebbe alla base della deduzione dei periti della difesa. Ma sono le fratture, secondo il medico legale, a dare supporto all’ipotesi del colpo di benna.
Il processo si svolge in due tronconi. Un primo troncone si è già svolto in primo grado con la condanna per omicidio colposo ad Antonio Zelanda e Giampietro Ganci, dipendenti dell’impresa Albesco. In Appello, i giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello di Palermo hanno ridotto da 12 a 10 mesi (pena sospesa) le condanne inflitte in primo grado, nel luglio del 2011 dal Gup del Tribunale di Sciacca ad Antonio Zelanda e Giampietro Ganci, dipendenti dell’impresa Albesco.
Accursio La Bella aveva appena iniziato la giornata lavorativa nel cantiere dell’Albesco, in località Stazzone, quel tragico 2 dicembre 2008, per la realizzazione della nuova rete fognaria.
Intanto, la difesa oggi ha chiesto ed ottenuto l’inserimento nel fascicolo dibattimentale di un video prodotto subito dopo l’incidente da una emittente locale. Video che sarà esaminato nella prossima udienza fissata il 16 settembre prossimo.
Pubblico ministero nel processo è Alessandro Moffa, giudice monocratico Cinzia Alcamo.