METTERE LA CITTA’ AL CENTRO DELL’INTERESSE. LA MAGGIORANZA DIMOSTRI SENSO DI RESPONSABILITA’

Non è più tempo di usare il bilancino del farmacista. L’interesse collettivo prevalga sulle aspirazioni di parte

Editoriale di Filippo Cardinale

 

La maggioranza che sostiene Fabrizio Di Paola marcia ad andatura ridotta. Non solo per le richieste dei partiti che sostengono il sindaco che vogliono “maggiore visibilità” o “pari dignità”, che tradotto dal politichese significa altro posto in giunta, ma anche per fibrillazioni che nascono tra gli stessi consiglieri comunali che invocano maggiore partecipazione alle scelte dell’Amministrazione. Insomma, molti consiglieri si attendono dal sindaco un “cambio di passo” anche nei rapporti interpersonali.

L’affermazione del consigliere Salvatore Monteleone sintetizza il mare tutt’altro che quieto in cui naviga la maggioranza. La Giunta municipale da tempo è monca di un assessore, dopo le dimissioni di Vincenzo Porrello e la fuoriuscita dalla maggioranza del gruppo Big Bang. Uno dei punti sui quali è necessario che il sindaco Di Paola punti i riflettori riguarda la scelta di collocazione, di campo, di partito, di corrente. La maggioranza di Di Paola è tutta di matrice centrodestra. Ncd la fa da padrona, Forza Italia cresce come numero di consiglieri comunali.

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo hanno tolto un velo e scoperto un quadro di consenso elettorale diverso da quello che Ncd e Forza Italia avevano immaginato. Nascondersi dietro un dito serve a poco. Far finta che nulla è successo nella recente tornata elettorale è solo un gioco politico per eludere la realtà. Seguitare il gioco di ignorare la novità uscita dalle urne significa, da parte dei partiti alleati e dei referenti politici, costringere il sindaco in cul de sac deleterio per la città stessa e per l’esperienza della stessa Amministrazione. Appare assai irresponsabile, oggi, da parte dei partici e dei politici guardare la Città sotto l’occhio di interesse partitico e di parte politica.

L’Amministrazione Di Paola corre verso metà mandato portando con se tutte le difficoltà in un ente. Difficoltà finanziarie che rappresentano il comune denominatore di tutti i sindaci d’Italia. Ignorare ciò, significa mettersi stupidamente davanti gli occhi un prosciutto che non giova a nessuno. Di Paola porta anche sulle spalle le difficoltà tipiche delle alleanze, di strategie elettorali che spingono alla proliferazione di liste civiche mirate al rastrellamento del consenso. La realtà saccense è quella di diverse liste civiche che conducono tutte alla stessa meta: l’Ncd. Fatta eccezione per Forza Italia, il quadro politico di maggioranza è caratterizzato da raggruppamenti “civici” separati da simboli, ma uniti dallo stesso leader: Angelino Alfano, e sul territorio Giuseppe Marinello. Man mano tale quadro si è arricchito di varianti: Forza Italia conta adesso 3 consiglieri comunali, Patto per il Sud-Sciacca Terme 2, Progetto Sciacca 4, Sciacca al Centro 2, Ncd 5.

La maggioranza oggi è risicata, conta 16 consiglieri su 30. Ma è un conto “precario” poiché all’interno del panorama della maggioranza vi è un gruppo di 5 consiglieri pronto a non appoggiare più la maggioranza nel caso non si faccia quella chiarezza politica richiesta con forza nelle ultime settimane. La Città, in verità, in questi due ultimi 5 anni è stata governata da due amministrazioni che hanno sofferto, allo stesso modo, le fibrillazioni di rapporti all’interno delle alleanze.

La Giunta Bono è terminata a metà cammino con le dimissioni. A metà cammino la Giunta Di Paola sta soffrendo una crisi politica che si protrae già da tempo, con una verifica di maggioranza che si era detta conclusa ma che, invece, si è rivelata più aperta di prima. La Città ha bisogno di un governo forte, dinamico e operoso. Ma soprattutto di un governo che traguardi alcuni obiettivi di ampio respiro che, certamente, devono essere individuati fuori dalla ordinaria amministrazione. Su questa base, i partiti devono avere il coraggio, ma di più la responsabilità, di compiere un passo indietro e azzerare le posizioni numeriche.

Il sindaco assuma quella determinazione necessaria per attuare il cambio di passo ed esca dalla paura di rendere conto alla politica. Se la politica si dimostra irresponsabile di fronte le emergenze della città, sia il sindaco a prendere bene in mano le redini. Matteo Renzi è la prova della determinazione. Ha costretto inossidabili elefanti del partito a farsi da parte. Il consenso gli ha dato ragione, la determinazione anche. Del resto, la realtà attuale è quella che dimostra che non si vive più di rendita elettorale.

Il consenso fluttua in modo direttamente proporzionale rispetto alla capacità di saper cogliere le istanze della collettività e concretizzarle. Non capire ciò significa vedere solamente ed esclusivamente il proprio e infruttuoso orticello personale. Disincagliarsi dalla logica dei numeri e fare chiarezza sulle posizioni politiche della giunta è senz’altro una via d’uscita obbligata per il sindaco, come peccato non è guardare oltre i confini della stessa maggioranza. 

La politica glielo consenta, altrimenti si abbia l’onestà intellettuale di staccare la spina e misurarsi con l’elettorato.

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