PENTITO DI MAFIA DI CASTELVETRANO SCRIVE AL PAPA
«Sua Santità, desidero rivelarle tre importantissimi segreti, improrogabili e urgenti». Sul caso di Emanuela Orlandi e non solo.
Vincenzo Calcara, pentito di mafia, ha scritto una lettera a papa Francesco, chiedendogli un’udienza privata. «Sono convinto che il nostro incontro deve e può cambiare il corso di certi eventi», afferma il collaboratore di giustizia di Castelvetrano nella lettera, inviata 31 anni dopo la scomparsa della Orlandi, avvenuta il 22 giugno del 1983, quando la ragazza aveva 15 anni. A proposito della sparizione della cittadina vaticana, tuttora avvolta nel mistero, Calcara scrive al Pontefice che «la verità su questa vicenda è stata tenuta nascosta per anni perché rivelarla sarebbe stato come aprire una scatola e portare alla luce verità così pesanti da mettere seriamente in crisi un sistema che lega il Vaticano alle altre entità deviate». Non solo. Calcara, ex killer al servizio di Cosa nostra, si dice pronto a rivelare a Bergoglio, parlandoci a tu per tu, anche un segreto di Stato e uno di mafia, quest’ultimo legato al superlatitante Matteo Messina Denaro. Per il collaboratore di giustizia, i tre segreti sarebbero «legati l’uno all’altro, oltre ad alcuni fatti di altissimo livello, che non posso rivelare alle Istituzioni – afferma nella lettera al Papa -, proprio perché allo stato attuale firmerei la mia condanna a morte e il seppellimento definitivo della Verità in mio possesso».