STAZZONE, NOSTRO REPORTAGE ALL’INTERNO DEL CANALONE DEL CANSALAMONE. C’E’ QUALCOSA CHE NON VA
Una grossa tubazione in prossimità della stazione di pompaggio sversa ingente quantità di liquami nel Cansalamone, mentre alla foce di Mezzo non scende una goccia di acqua depurata
Si è diffusa la notizia che, a seguito della denunzia dell’associazione Mare Amico, era stata rinvenuta una condotta che scaricava acque sospette in località Stazzone. Sono in corso le analisi delle acque (molto evidente cosa contengono) ed accertamenti anche da parte della Procura della Repubblica.
Incuriositi dalla vicenda e da tutta una serie di notizie contrastanti in merito alla qualità ed alla provenienza delle acque, ci siamo recati in località Stazzone, effettuando una ricognizione anche all’interno del Cansalamone. Certo, la giornata di ieri invitava ad andare al mare, ma quel che abbiamo visto finisce in quel mare dove centinaia e centinaia di persone vi si immergono.
Alla foce del torrente Cansalamone, ad ovest dell’edificio della Guardia Costiera, è presente una piccola costruzione che ospita l’impianto che ha la funzione di pompare tutte le acque di fogna di Sciacca all’impianto di depurazione. In quel punto infatti convergono le condotte provenienti dalla contrada Isabella, dal centro storico, dalla contrada Perriera e dallo Stazzone.
È appena il caso di specificare che, un mancato funzionamento di tale impianto di pompaggio, renderebbe del tutto inutile l’impianto di depurazione in quanto, ripetiamo, tutte le fogne di Sciacca si riverserebbero in mare alla foce del Cansalamone.
Da due sopralluoghi effettuati nella mattina di sabato e domenica, anche origliando alla porta di accesso dell’impianto di pompaggio, non si avvertono i classici rumori delle pompe elettriche, ma solamente uno scrosciare di acque. A meno che le pompe montate non siano particolarmente silenziose, cosa della quale dubitiamo fortemente. Sorge legittimo il dubbio, ovviamente da verificare, che l’impianto sia fuori servizio. In tale incresciosa ipotesi una eventuale verifica della funzionalità del depuratore sarebbe del tutto inutile, semplicemente perché non vi arriverebbero liquami. Anche un semplice controllo della foce del Cansalamone induce a considerare seriamente l’ipotesi del mancato funzionamento dell’impianto di pompaggio.
Si riversa infatti in mare una considerevole portata di acque, variabile durante le ore della giornata, di evidente provenienza fecale, come ampiamente testimoniato dal colore e dal nauseabondo odore.
È stato ipotizzato, nelle notizie diffuse in questi giorni, che tali acque, più o meno depurate, provenissero dal depuratore, ma la notizia è con ogni evidenza non corretta in quanto il depuratore, situato alle pendici della contrada Carbone, dovrebbe scaricare le acque depurate nel torrente Foce di Mezzo, che sfocia a mare in località Foggia.
Per meglio individuare la provenienza delle acque che attualmente scaricano a mare, ci siamo pertanto introdotti, a partire dalla costa e per una trentina di metri, all’interno del canalone del Cansalamone È stato subito possibile individuare in distanza, illuminata dalla luce solare (vedi foto), una grossa condotta che, provenendo da ovest (lato Perriera), scarica una ingente quantità di acqua nel canalone e, da lì, in mare.
Usciti dal canalone è stato subito possibile individuare, sotto una caditoia coperta da una griglia in ferro (vedi foto), la grossa tubazione, del diametro di circa un metro, localizzata fra la ferrovia e l’impianto di pompaggio. La posizione e le dimensioni della condotta, che inducono ad escludere che si tratti di un intervento privato; inoltre, la natura maleodorante e la ingente quantità delle acque sversate sono tutti fattori che portano alla supposizione (ovviamente da verificare) che la condotta scarichi le acque fognarie provenienti dalla contrada Perriera.
Coscienti della elevata rilevanza ambientale (e non solo tale) che una tale ipotesi e che il possibile mancato funzionamento, parziale o totale, dell’impianto di sollevamento comporta, con importanti refluenze in campo sanitario, turistico, economico e contabile ( i cittadini pagano somme rilevanti per il funzionamento del sistema di depurazione) riteniamo sia assolutamente indifferibile un completo accertamento, da parte di tutte le Autorità preposte, Comune compreso, della reale situazione sui luoghi.
Considerata inoltre l’elevata aleatorietà dell’accertamento della continuità e regolarità del funzionamento dell’impianto di sollevamento, riteniamo sia necessaria una verifica, con trascrizione su appositi registri, della lettura dei conta-ore sigillati, che abbiamo fiducia siano stati collocati a monitoraggio del funzionamento delle pompe al momento della consegna dell’impianto a Girgenti Acque.
Nel caso malaugurato che tale precauzione, assolutamente indispensabile per il controllo dell’efficienza del servizio, non sia stata messa (ancora) in opera, raccomandiamo l’esame dei contatori e delle bollette Enel per verificare la eventuale sussistenza, durata e ripetitività del disservizio.
di Filippo Cardinale e Giuseppe Di Giovanna