CALL CENTER, ZAMMUTO (CGIL): “CRONACA DI UN LICENZIAMENTO ANNUNZIATO”
“Il Call Center di Sciacca che chiude i battenti licenziando cinquanta dipendenti è un’altra tegola sulla città che in questi ultimi mesi ha visto sfumare circa 150 posti di lavoro”.
Lo dichiara ils egretario cittadino della Cgil Franco Zammuto. Il sindacato, scrive Zammuto, “sin da quando in tanti esultarono per la nuova occasione di lavoro che il Call Canter avrebbe offerto, si mostrò poco entusiasta e diffidente in considerazione della tipologia di lavoro che veniva offerta”.
Per Zammuto “la definizione di Lavoro “flessibile” è una metafora che nella percezione di ciascuno è visto come un asse di legno o di ferro che si flette in basso e in alto. Nel caso dei Call Canter l’asse si flette sempre e solo in basso fino a quando non si spezza o arriva al fondo. Sul Call Canter di Sciacca che la sorte fosse segnata da tempo era già noto alla Cgil, considerato che alcuni lavoratori si sono rivolti ai nostri uffici per chiedere tutela dei loro diritti calpestati e la cui vertenza è in corso”. E’ pessimista Zammuto, tanto da dichiarare che “se ne aggiungeranno in questi giorni”.
Si tratta,per Zammuto, di “un’altra tegola che si abbatte sul problema disoccupazione” e rivolge un appello all’Amministrazione in carica “di mettere al centro del dibattito politico e cittadino il problema lavoro, oltre alla questione delle difficoltà finanziarie o, come tempo fa si diceva, “soddi un ci nnè”.
“Per quanto il tema sia scottante e probabilmente di difficile trattazione è assolutamente necessario affrontarlo al fine di dotarsi di un programma e un progetto o, come qualche giorno fa ebbe a dire un consigliere comunale, di una “visione di città per creare sviluppo e lavoro”, aggiunmge Zammuto.
“Assistere quasi impotenti alla chiusura della Società Laterizi Fauci o all’albergo Macauda e adesso al Call Center riteniamo debba far riflettere e agire di conseguenza”,conclude.