L’IRTA SALITA DELLA MAGGIORANZA. DI PAOLA NON PUO’ PIU’ TENTENNARE DOPO IL RISULTATO ELETTORALE
Editoriale di Filippo Cardinale
Dalle urne è partita una scossa sussultoria e ondulatoria che, inevitabilmente, mina alle fondamenta l’edificio del partito costruito da Angelino Alfano dopo la scissione da Forza Italia. La scossa di domenica centra, con la sua onda d’urto, la maggioranza che governa la Città. Un terremoto che è ancora più potente per il fatto che Ncd ha il suo candidato di punta locale, il senatore Giuseppe Marinello. Il risultato uscito dalle urne saccensi è un colpo di frusta che rimarrà indelebile in quella “armata bellica” dell’Ncd saccense. Un parlamentare con diverse legislature, una segreteria politica attiva 365 giorni l’anno, quindici consiglieri comunali, assessori, sindaco, presidente del Consiglio comunale. Una forza d’urto impressionante per un risultato mediocre, per un risultato impensabile dall’armata bellica.
Marinello supera di poco i duemila voti, mentre la “politicamente sconosciuta “grillina, Antonella Di Prima, ottiene 700 voti in più del senatore, presidente di una delle più importanti commissioni del Senato della Repubblica. Giuseppe Marinello, per amore del vero, è un parlamentare che lavora. Ha una percentuale altissima di partecipazione ai lavori d’Aula, di Commissione. Attivissimo nella presentazione di interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno. Tutto questo, però, non è bastato a incoronare Marinello con una corona di consenso densa del suo potenziale. C’è qualcosa che non va. Non siamo noi a stilare la diagnosi. E’ compito dello stesso parlamentare scrutare la sua coscienza, mettersi davanti lo specchio ed effettuare l’analisi.
C’è, però, un altro riflesso che promana dal terremoto elettorale e si riverbera sulla maggioranza, sul governo della Città. In modo diretto sul sindaco Fabrizio Di Paola. Intanto, il risultato elettorale sancisce la fine del sogno dell’Ncd di avere un secondo assessore. Sarebbe un errore corposo se la scelta di Fabrizio Di Paola ricadesse nell’area politica in cui egli stesso gravita. C’è da chiedersi quale sia stato l’apporto dell’armata bellica che governa la Città sulla somma di 2090 voti ottenuti da Marinello. Il parlamentare, candidandosi, ha avuto la possibilità di misurarsi con le preferenze, cosa che non gli capitava da moltissimo tempo. Ma il deludente risultato elettorale indica un’altra criticità: il livello di consenso attorno al sindaco e alla maggioranza è sceso in maniera evidente.
La maggioranza a forte connotazione Ncd si trova schiacciata da un lato dal primo partito oggi a Sciacca, il Movimento 5 Stelle, dall’altro, dal Pd che, grazie a Renzi, è diventato forte e corposo. Un Pd al quale deve sommarsi la realtà elettorale di Big Bang, gli ex Cantiere Popolare. Insomma, il gruppo di Michele Catanzaro, dorme sul un sicuro guanciale. E dire, che lo stesso gruppo faceva parte della maggioranza. Ma il gioco duro dello stesso Ncd ha costretto alla fuoriuscita dalla maggioranza il gruppo dei dinamici giovani. E’ qui un errore di Fabrizio Di Paola. Basta rileggere i nostri editoriali per avere un riscontro inappellabile. Di Paola aveva la possibilità di azzerare la sua Giunta, assumere un ruolo di forte connotazione caratteriale, pari alla sua riconosciuta capacità di essere autorevole. In buona sostanza, lo stallo di una rotta amministrativa poteva essere risolto puntando su una maggioranza che estendesse il raggio d’azione anche al Pd. Del resto, si sarebbe trattata della stessa maggioranza estesa sottoscritta dal leader di Ncd, Angelino Alfano. Quella maggioranza romana alla quale aderisce il senatore Giuseppe Marinello. Marinello e Di Paola forse pensavano, sbagliando, di avere dallo loro parte un forte consenso elettorale.
La realtà, invece, ha dimostrato il contrario. Il risultato di domenica ha dimostrato che la maggioranza ha perso il consenso iniziale, quel consenso che ha consentito l’elezione a sindaco di Di Paola. La strada per il sindaco è in salita. Fortemente in salita. Arrampicata che sarà resa ancora più dura dalla resa dei conti che inevitabilmente avverrà nella maggioranza, e dalla presa di coscienza dell’opposizione che adesso potrà scrollarsi quell’umore negativo derivato dalla sconfitta delle amministrative del 2012. L’opposizione, fino ad oggi, è stata molto “gentile” nei confronti della maggioranza.
Da oggi, almeno se non sono imbottiti di sonnifero, i consiglieri di opposizione saranno spinti da una motivazione diversa. L’opposizione ha trovato il tallone di Achille della maggioranza che sta nei numeri elettorali che la stessa maggioranza ha registrato domenica scorsa. La maggioranza si avvia verso la metà del mandato. Considerando che gli ultimi sei mesi di sindacatura e consiliatura saranno impregnati dal clima preelettorale, alla maggioranza rimane un tempo molto ristretto per mettere in atto quella svolta annunciata nel programma elettorale. Per tale motivo non c’è più tempo per tentennare, per perdere tempo in riflessioni lunghe e infruttuose. La Giunta ha un assessore in meno. Come avevamo scritto chiaramente, la scelta non sarebbe avvenuta prima delle elezioni. Abbiamo indovinato anche se il sindaco dichiarava che la scelta del nuovo assessore non era in relazione con le elezioni.
Di Paola ha una scelta obbligata: la determinazione. Abbia il coraggio di assumere scelte autonome, di azzerare la Giunta, di chiedere chiarezza ai consiglieri comunali invitandoli ad essere cristallini nelle loro posizioni. Ma soprattutto apra un dibattito politico che abbia la finalità di un orizzonte di coinvolgimento che sia più ampio di quello attuale. Un orizzonte che possa individuare tre-quattro obiettivi di grande respiro per lo sviluppo della Città.