OPERAZIONE “PANGEA”. BANCAROTTA FRAUDOLENTA, EMISSIONE DI FATTURE FALSE, TRUFFA AI DANNI DELL’INPS E DI OLTRE 1.000 UTENTI SEQUESTRATI CONTI BANCARI E TUTTE LE SUE SOCIETÀ. SCOPERTI ANCHE 220 LAVORATORI “IN NERO”.
Militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo, nell’ambito di complesse e delicate indagini di polizia economica e finanziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, stamane, hanno messo i sigilli a tutte le aziende facenti capo al noto imprenditore palermitano, operante nel settore delle telecomunicazioni, indagato per aver commesso gravi reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta per distrazione all’emissione ed utilizzazione di fatture false ed alla truffa aggravata ai danni dell’Inps e di migliaia di utenti sottoscrittori di contratti di telefonia mai attivati. L’indagine nasce nell’agosto 2013, quando i finanzieri accedono presso gli uffici di una società riconducibile al gruppo imprenditoriale per un controllo in materia di lavoro e scoprono ben 38 lavoratori “in nero” impiegati nel call center della società in uso anche ad altre tutte comunque gestite dallo stesso soggetto. Le indagini in materia di lavoro nero, condotte in sinergia con personale dell’INPS, attraverso un’approfondita ricostruzione documentale, consentivano di rilevare come le tre società avessero impiegato tra il 2010 ed il 2013 ben 218 lavoratori completamente “in nero”, attraverso “contratti di collaborazione autonoma occasionale” risultati essere fittizi in quanto è stata appurata, attraverso le dichiarazioni rese dai lavoratori, l’esistenza di un vero e proprio vincolo di subordinazione tipico del lavoro dipendente. Non solo, ma l’imprenditore, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni è riuscito ad ottenere agevolazioni in materia di contributi in realtà non spettanti e quindi a danno dell’INPS. Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari hanno accertato una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l’imprenditore ha acquistato auto di lusso (Ferrari, BMW ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante sulla scena italiana (trattasi dei noti eventi musicali svoltisi in importanti luoghi siciliani quali il teatro Golden di Palermo e la Valle dei Templi di Agrigento e ribattezzati con il nome “Italiacom with Love”). Gli ingenti flussi di cassa, cui nel tempo l’imprenditore ha attinto, erano però generati, come appurato nel corso delle indagini, non dalle sue attività imprenditoriali, ma da condotte fraudolente in grado di consentirgli di abbattere i costi d’impresa a danno dei dipendenti e delle casse dell’Erario.
In particolare, nel corso delle indagini dei finanzieri sono emerse ipotesi di reato per l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti attraverso la creazione di società fittizie con sede a Londra e nel paradiso fiscale americano del Delaware (U.S.A.) per circa 6 milioni di euro allo scopo di ottenere indebiti vantaggi fiscali e, nel contempo, “gonfiare” i bilanci da presentare alle banche per ottenere l’apertura di linee di credito nonché creare una virtuale e florida realtà contabile quale biglietto da visita per ottenere importanti commesse pubblicitarie. La società è risultata avere omissione versamenti alle casse dell’Erario in materia di IVA e ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 732 mila euro; Inoltre, grazie alla collaborazione instaurata con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, è stato scoperto che due delle tre società hanno indebitamente prelevato dalle carte di credito di oltre 1000 clienti circa 491 euro pro – capite, giustificando questi movimenti come “adeguamento contrattuale una tantum” ovvero con la mancata restituzione del modem/router fornito al momento dell’attivazione, sebbene in alcuni casi lo stesso sia stato acquistato dai clienti stessi. Nonostante questi flussi, una delle società ha accumulato debiti per oltre 10 milioni di euro, tant’è che ne è stato dichiarato il fallimento, a seguito del quale l’imprenditore è stato indagato per bancarotta fraudolenta, avendo distratto dalle casse sociali oltre 2 milioni di euro e avendo posto in essere un piano di “spoglio patrimoniale” attraverso l’intestazione delle proprietà a “prestanome”. I finanzieri hanno, inoltre, scoperto come l’imprenditore, per sottrarsi al pagamento delle sanzioni amministrative ed evitare qualsivoglia tipologia di sequestro dei beni, abbia realizzato un “piano di spoglio patrimoniale” attraverso il ricorso a cd. “prestanome” che, allo stato, risulterebbero quali formali amministratori delle società del gruppo e società estere a loro volta intestate a prestanome che, seppur a lui riconducibili, risulterebbero quali formali proprietari non solo delle nuove società create dallo stesso ma, anche, di uno dei suoi principali investimenti, un noto ristorante di Palermo. Infine, con la collaborazione diretta della F.A.P.A.V. (Federazione per la tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) i finanzieri del Gruppo di Palermo hanno “oscurato” un portale web creato dall’imprenditore per consentire agli utenti di poter visualizzare, in cd. streaming film ed altre proiezioni protette. Tuttavia, non si è provveduto a richiedere e versare i previsti diritti degli oltre 700 film resi disponibili sul portale per il noleggio e/o il download. In considerazione delle condotte illecite le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro preventivo:
=692; le quote di partecipazione delle società riconducibili al soggetto; =692; 27 conti correnti nella disponibilità del medesimo e delle sue società;
=692; 4 orologi del valore complessivo di 80.000 euro circa;
=692; 9 tra autovetture e moto tra le quali spicca una lussuosa Ferrari con targa sammarinese, anche questo escamotage utilizzato per evadere il fisco;
=692; apparati informatici tra cui il server e le apparecchiature utilizzate per avere accesso ai conti correnti dei clienti della sua compagnia telefonica.