E’ EMERGENZA LAVORO. TROPPI I SEGNALI NEGATIVI IN UNA CITTA’ CHE GIRA GLI OCCHI DALL’ALTRA PARTE
Editoriale di Filippo Cardinale
Più volte la Cgil, sia con intervento del segretario generale provinciale Massimo Raso, sia con il segretario cittadino Franco Zammuto, ha evidenziato la forte e preoccupante crisi del lavoro che sta ingessando la nostra Sciacca. La crisi è generale, d’accordo. Ma una riflessione dobbiamo farla. Soprattutto per toglierci l’alibi della crisi “general” che avvolge il Paese.
Sciacca perde posti di lavoro sia nel turismo, sia nell’industria, sia nell’edilizia. E siccome sono presenti nel perimetro urbano strutture importanti, è necessario che si tolga il prosciutto dagli occhi e iniziare a vedere la realtà nella sua drammaticità. La vicenda del complesso alberghiero Torre Macauda, chiuso e con a casa diverse decine di lavoratori. L’industria Laterizi Fauci, con la chiusura dello stabilimento saccense, ha replicato il dramma della disoccupazione con diverse decine di lavoratori che hanno ricevuto la lettera di licenziamento.
La questione delle Terme si trascina lentamente e con vergognosa perdita di tempo da parte della Regione. Non sappiamo quali sono le condizioni che saranno richiamate nel bando, ma sappiamo che non c’è la certezza matematica che il bando stesso farà gola a privati, investitori. In Sicilia ci sono strutture alberghiere di grande interesse e di lusso che sono in vendita. Villa Igea, Donnafugata, Hotel delle Palme, Giardino di Costanza. Non ci sono investitori stranieri che hanno intenzione di investire in Sicilia. Troppe le difficoltà. Dalla burocrazia considerata come una piovra, alla mancanza di infrastrutture, alla difficoltà di destagionalizzare il turismo.
La privatizzazione delle Terme, iniziata nel lontano 1999, rischia di finire come una grossa bolla di sapone. Se il bando, o la manifestazione di interesse, venissero disattesi, il destino della risorsa termale di Sciacca sarebbe macabro, con l’ulteriore rischio di perdita di posti di lavoro. Certamente, verrebbe a mancare quel rilancio e quella valorizzazione che tutti auspichiamo.
Il Centro Commerciale Forum si è impigliato negli ostacoli delle questioni tecniche. Ottenuta l’approvazione del progetto in Consiglio comunale, sono sorte difficoltà con il Piano Commerciale. Gli investitori sembrano orientati a non perdere più tempo e a desistere dall’idea della realizzazione. Verrebbe meno, in tal caso, quel potenziale di 300 lavoratori richiesti per la gestione. Come è abbastanza evidente, il tessuto economico e imprenditoriale della città termale tutto consente tranne che il sorriso o il proposito di ottimismo e di auspicio.
La Cgil è stata la voce nel deserto. Ma esistono gli altri sindacati a Sciacca? Spesso si è letto l’allarme della Cgil come strumentale, oppure farcito di pessimismo. La realtà è dura. Ma è questa. Il dibattito in città, da parte della classe politica, o di una parte di essa, sembra rivolto più a pesare le forze che a mettere sul tappeto le vere questioni che costituiscono le emergenze. La questione sociale lievita e con essa le tensioni. Forse è arrivato il tempo, in questa città, di affrontare la dura realtà. Non si vive di solo feste. E’ il tempo di far sul serio.
E’ difficile brindare, è difficile godere dei soldi bruciati per i botti d’artificio per accogliere il nuovo anno. E’ difficile sorridere quando centinaia di lavoratori e di famiglie passeranno questi giorni e quelli successivi col dramma della disoccupazione. E’ difficile comprendere una classe politica impegnata solo in comunicati di “soddisfazione” e di “compiacimento” per cose effimere.
E’ difficile comprendere perchè in questa città non si apra un vero e serio dibattito sulla triste realtà occupazionale e di sviluppo. E’ difficile comprendere il perchè l’allarme della Cgil rimanga in disparte. Solo per stupida ideologia? Credo, invece, che ci sia tanta incapacità ad affrontare le questioni vere.