“Avevo coltivato la speranza di poter continuare a scontare la mia pena in affidamento al servizio del più bisognosi, di quelli che come me cercano e hanno bisogno di speranza. I giudici del Tribunale di Sorveglianza hanno deciso che io debba rimanere in carcere per il resto della pena. Non sono ancora rieducato e risocializzato. Come sempre e come è giusto e doveroso accetto e rispetto la sentenza”.

Così l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, in cella per scontare una condanna a 7 anni per favoreggiamento alla mafia, commenta, tramite il suo legale, la decisione del tribunale di Roma di non accogliere la sua istanza di affidamento ai servizi sociali.

“Vivrò ancora il mio carcere con tutte le sue privazioni, con sofferenza, con fatica ma sempre con fiducia e speranza – aggiunge -. Luogo difficile, pesante, pieno di miseria ma anche ricco di umanità, solidarietà e di nuovi amici”. “E’ la famiglia – spiega Cuffaro – che mi manca, il calore delle tante persone che ho lasciate e che mi vogliono bene. Riesco qua dentro a donare abbracci e sorrisi, a riceverne. Mi manca poter vedere il cielo tutto intero, mi manca l’orizzonte che mi è impedito, mi manca il respiro lungo della vita, mi manca lavorare per la mia terra”. “La vita – conclude l’ex presidente della Regione – va accettata così com’è, la ricompensa che essa ci dà è vivere, per poter continuare a credere, amare, sperare”.

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