PALAZZO PIAZZA LIBERTA’, DI PAOLA A CITTADINANZATTIVA: “NOI RISPETTIAMO LE NORME”

Dopo tante sollecitazioni, il movimento Cittadinanzattiva con le sue due reti Tdm e Pdc, ha incontrato il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, per fare il punto sull’adempimento degli impegni che il Sindaco aveva preso, sottoscrivendo un documento con la cittadinanza, durante la tornata elettorale che l’aveva visto vincitore nel maggio 2012. Di Paola era apparso contrariato dall’ultima sollecitazione del movimento, diffusa dalla stampa, ma ha voluto incontrare i componenti dell’organizzazione insieme agli assessori Bivona e Monte.

Il primo cittadino ha fatto rilevare che alcuni impegni sono stati attuati, altri stanno cercando di concretizzarli, ma per alcuni, per la particolare contingenza politica che il paese sta attraversando, la realizzazione risulta difficile. Il dialogo, molto pacato e civile, ha snocciolato diversi argomenti: dai parcheggi, alla raccolta differenziata, alla sanità, al futuro delle Terme, all’illuminazione pubblica, alla pulizia della città e alle nuove tasse che stanno per essere attivate e al piano regolatore della città.

Com’era prevedibile, per l’argomento che riguardava la presa di posizione dura per una politica che non tutela adeguatamente il patrimonio ambientale, anche per le recenti licenze edilizie rilasciate che hanno sollevato tante perplessità e proteste dei cittadini, (vedi piazza Libertà) l’amministrazione ha difeso il proprio operato, che sarebbe frutto a loro dire del rispetto di norme alle quali la politica deve attenersi Il sindaco ha riferito che e che il ritardo dell’approvazione del P.R.G. impedisce di fatto alla città di avere una programmazione urbanistica idonea. Cittadinanzattiva ha ribadito il proprio giudizio critico nei confronti di tutta la classe politica, passata e presente, di tutti gli schieramenti, che non ha saputo o voluto dare vita allo strumento urbanistico che avrebbe potuto impedire il degrado della città.

“Riteniamo che i cittadini si sentano indignati e impotenti a difendere il proprio bene comune – scrivono Gero Maggio, Lilla Piazza e Giuseppe Palazzolo – anche per l’inettitudine e l’inefficienza del potere politico che avrebbe dovuto rappresentare gli interessi collettivi e che non lo hanno fatto adeguatamente”.

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