Anche la maggioranza politica che sostiene la giunta guida da Fabrizio Di Paola ha dato il via libera alla proposta della minoranza di non applicare la Tares per il 2013 e di riproporre la vecchia Tarsu. Una scelta che è possibile fare dopo le novità contenute nella legge di conversione del disegno di legge 102/2013 (cosiddetto decreto Imu) approvato definitivamente dal Senato il 24 ottobre scorso.

Il consiglio comunale, che avrebbe dovuto riunirsi per deliberare le tariffe Tares, dovrà adesso ratificare la Tarsu approvando le nuove tariffe, diverse da quelle pagate dai contribuenti per l’anno 2013. Il Comune di Sciacca, in sostanza, ha scelto di non applicare la Tares (il tributo rifiuti e servizi nato nel 2013 è già destinato a sparire nel 2014, sostituito dalla nuova Trise previsto nella legge di stabilità 2014) e determinare i costi del servizio rifiuti 2013 sulla base dei criteri 2012. Mondo politico d’accordo, dunque, ma fino ad un certo punto.

L’opposizione propone nuovi criteri di rateizzazione, punta a spalmare i pagamenti in almeno cinque mensilità. In ogni caso, si dovrà comunque coprire il 100 per cento del costo del servizio, utilizzando i vecchi criteri Tarsu. Le famiglia numerose forse potranno sorridere, pagheranno qualcosa in più, ma meno

Ci sono da coprire la cifra di 5 milioni e 700 mila euro per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Invece di calcolarla sulla base della composizione dei singoli nuclei familiari, il tributo sarà calcolato ancora una volta sulla base dei metri quadri di abitazioni e attività produttive.

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