ACQUA TROPPO COSTOSA, A RIBERA SI AFFIDANO ALLA PREGHIERA
Una veglia di preghiera in tutte le parrocchie della diocesi agrigentina per l’insensibilità dei politici e delle istituzioni ad affrontare il problema dell’acqua potabile, del suo servizio e delle salate bollette di pagamento emesse dalla società di distribuzione. La chiedono diversi riberesi all’arcivescovo Francesco Montenegro, con in testa il professore Gaetano Schillaci, a nome di tanti parrocchiani che dappertutto e perfino dei luoghi di culto continuano a lamentarsi di non potere pagare il canone e i consumi, ritenuti esagerati ed esosi.
“Eccellenza la prego calorosamente – è scritto nella lettera – di invitare tutte le parrocchie dei comuni della diocesi, forniti dalla società Girgenti Acque, a fare una veglia di preghiera affinchè il Signore possa toccare la coscienza di chi dovrebbe sostenere i nostri diritti. Scrivo a Lei perchè il presidente della Regione e la sua giunta, i deputati nazionali e regionali non ascoltano il “grido di dolore” di tutti i cittadini di Ribera che sono costretti a pagare migliaia di euro per avere un servizio indispensabile qual è l’acqua”.
I fedeli riberesi ricordano che i cittadini agrigentini, in modo democratico, hanno votato in massa, vincendo, per il referendum popolare al fine di riavere il servizio dell’acqua pubblica. E il grido di dolore – affermano i riberesi – proviene da tanti altri comuni che hanno consegnato le “chiavi dell’acqua” alla società Girgenti Acque.