TROVATA MICROSPIA IN TRIBUNALE DI TRAPANI
Di Silvio D’Auria
Ritrovata una microspia non funzionante nella porta d’ingresso del Palazzo di Giustizia di Trapani, nell’accesso video-sorvegliato riservato ai magistrati. Si tratta dell’ultimo episodio di una serie di fatti che stanno coinvolgendo il tribunale trapanese. Conferme arrivano dal procuratore capo Marcello Viola, che ha preferito non commentare. La tensione in Procura è altissima, in agosto è stata recapita una busta contenente una lettera con minacce di morte e un proiettile, lo scorso ottobre è stata manomessa la vettura blindata del sostituto procuratore Andrea Tarondo, una Bmw parcheggiata nel cortile interno, anch’esso video-sorvegliato, del Palazzo di giustizia.
E poi lettere di minacce indirizzate al procuratore capo Marcello Viola, a Trapani da due anni e che proprio nei giorni scorsi ha vinto il ricorso amministrativo al Consiglio di Stato e che, pertanto, rimarrà al suo posto. Poche settimane dopo la nomina, in autostrada, Viola fu inseguito e affiancato da un’auto ma la vicenda è ancora avvolta dal mistero. Sono stati identificati gli occupanti (incensurati) dell’auto inseguitrice, ma la loro versione (”avevamo fretta”) sembra non convincere gli inquirenti. A destare preoccupazione, comunque sono le intimidazioni avvenute dentro il Palazzo: nessuno apre bocca, ma è evidente che ci sarebbe una mano interna.