CGIL: UNIRE LE FORZE SANE DELLA PROVINCIA CONTRO LA MAFIA. APPELLOD ELLA CGIL NEL 23° ANNIVERSARIO DELL’UCCISIONE DEL GIUDICE LIVATINO

“A 23 anni dal barbaro assassinio del Giudice Rosario Livatino, crediamo che, insieme alla doverosa opera di memoria, le forze sociali ed economiche di questa nostra provincia possano fare di più. Proprio ieri la DIA snocciolava dati e considerazioni sullo stato della lotta alla criminalità e si evinceva in tutta la sua drammaticità la situazione di una provincia che è ben lontana dall’avere sconfitto il fenomeno criminoso e dove regnano estorsioni, usura, intimidazioni”. E’ l’appello lanciato dal segretario generale della Cgil agrigentina, Massimo Raso, nel 23° anniversario dell’uccisione del giudice.

“Convivere con la mafia” è impossibile, essa rappresenta il più pesante ed irrisolto nodo che impedendo la libertà economica impedisce lo sviluppo e la stessa democrazia. Se questo è vero, allora davvero la lotta alla mafia dev’essere l’assillo principale di istituzioni e organizzazioni sociali ed economiche. E’ stato fatto molto sul terreno culturale, ma troppo resta ancora da fare sul terreno concreto della lotta alla mafia. Per questo lo Stato non può e non deve lesinare risorse sul fronte dell’irrobustimento dell’apparato investigativo e della giustizia che significa uomini e mezzi e sostegno concreto a chi opera in “prima fila” che non posso essere lasciati soli o indeboliti. Da questo punto di vista, ad esempio, continuiamo a sottolineare che non assicurare la scorta al Magistrato Salvatore Vella o come non rendere immediatamente disponibili e riconquistati i beni confiscati alla mafia, rappresentano messaggi di debolezza e di arretramento. Noi riteniamo che le forze sane di questa provincia debbano unirsi in questo sforzo di denuncia e di mobilitazione concreta “per il lavoro ed uno sviluppo libero dal condizionamento mafioso”. CGIL lancia un appello a tutte le Organizzazioni Sociali, dell’Economia: rendiamo possibile , in tempi brevi, un incontro, da tenersi simbolicamente a Naro, in C.da Robadau, “nelle terre di Livatino” per continuare questa battaglia, per individuare un terreno concreto di iniziativa e di impegno. Renderemo pù autentico e più forte il ricordo di oggi”.

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