IL PESCHERECCIO MAZARESE SEQUESTRATO DAI TUNISINI SI TROVA A SFAX

Il motopesca Pindaro, sequestrato dalle Autorità tunisine, si trova attualmente nel porto tunisino di Sfax. A dare la notizia del sequestro è stato ieri il Presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo, che ha immediatamente informato la Farnesina, nonché il Console di Tunisia a Palermo, Farhat Ben Souissi, chiedendo il suo intervento per una necessaria risoluzione del caso nel comune interesse della popolazione Siciliana e Tunisina presente nel Distretto di Mazara del Vallo.

Il motopesca “Pindaro”, iscritto al Compartimento di Mazara del Vallo, è stato sequestrato nel primo pomeriggio di ieri dalle Autorità tunisine, fermato al limite della zona di mare del “Mammellone”, in acque internazionali. A bordo un equipaggio di sette uomini: quattro tunisini e tre italiani, tra cui il Comandante Vito Perniciaro.

Il natante, di 33 anni, era partito dal porto di Mazara del Vallo domenica a mezzanotte e, dopo il sequestro, è stato condotto nel porto tunisino di Sfax.

“Attualmente – afferma il presidente Giovanni Tumbiolo – il peschereccio si trova nel porto di Sfax. Sembrerebbe che al momento del fermo non sia stata usata alcuna violenza. Sono già stati attivati i canali diplomatici italiani e tunisini affinché si giunga al più presto al rilascio. Per la già fragile economia della nostra flotta peschereccia questo sequestro è l’ennesima tragedia. Bisogna mettere fine a questo tipo di episodi attraverso un deciso intervento del nostro Governo mirante a valorizzare i prodotti della pesca nello Stretto di Sicilia, ricorrendo a piani di gestione comuni finalizzati alla tutela ed alla salvaguardia del patrimonio ittico. il Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino ha allertato l’Ambasciatore a Tunisi Raimondo De Cardona che ha prontamente sensibilizzato i competenti Ministeri tunisini. Il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e l’Assessore alle Risorse Agricole ed Alimentari Dario Cartabellotta hanno manifestato la loro solidarietà all’armatore, ai marittimi ed ai familiari dei pescatori”.

Per tutta la giornata di ieri, fino a tarda sera, è stato un frenetico susseguirsi di telefonate fra Mazara, Palermo, Roma e Tunisi; Tumbiolo e l’armatore Matteo Giacalone hanno inviato al Presidente della Regione Crocetta ed all’Ambasciatore De Cardona i tracciati ufficiali della blue-box che mostrano chiaramente che il peschereccio ha pescato sempre in acque internazionali e fuori dalla zona protetta del “Mammellone”. La cooperazione ed il dialogo fra Distretto, Regione Siciliana, Ministero degli Affari Esteri, l’Ambasciata italiana A Tunisi e le autorità tunisine ha già dato in precedenza dei concreti risultati, come nel caso del sequestro del motopesca “Flori”, rilasciato senza pagamento di alcuna ammenda grazie al tempestivo personale intervento della Regione Siciliana e dell’Ambasciatore italiano a Tunisi presso le autorità tunisine con le quali, non va dimenticato – aggiunge Tumbiolo – esistono eccellenti rapporti di cooperazione e di amicizia.

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