Il celebre quotidiano americano Washington Post ha dedicato un lungo articolo al presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. Definendola in parole povere un’anomalia del sistema, ma che fa discutere. E pensare. Il giornale si chiede come mai nel regno della mafia a governare c’è un politico gay e antimafioso. Un articolo dai toni trionfali per Crocetta. Ecco alcuni passaggi: “Degli ultimi due uomini che si sono seduti nell’ufficio del Presidente in Sicilia, uno è stato condannato per alcuni crimini e l’altro sta passando tempi duri. Poi arriva il loro successore, Rosario Crocetta – il più improbabile politico che abbia mai governato il paese di Cosa nostra. Crocetta è uno che si oppose ai Don quando era sindaco di una violenta cittadina costiera, combattendo la radicata pratica del pizzo e intanto dette il suo contributo nel mandare centinaia di gangster dietro le sbarre”. Non solo, ma l’elezione di Crocetta ha frantumato anche le convinzioni sui gay: “Una roccaforte conservatrice della Chiesa cattolica, del maschilismo e della mafia – ha lasciato persino i sostenitori dei diritti degli omosessuali senza parole, ribaltando la convenzionale percezione del Sud Italia come una zona socialmente meno progredita del più ricco Nord Italia”. Tra la storia della madre morta e le frasi dei suoi principali amici, nemici e compagnia bella, il pezzo chiosa infine, “i suoi avversari sostengono che l’immagine che Crocetta dà di sé è troppo bella per essere vera. Ma se i suoi primi mesi come governatore possono fare in qualche modo da indicazione, i pm antimafia dicono che il presidente si trova sulla strada giusta”.

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