PROSTITUZIONE, SOSTITUITA LA MISURA CAUTELARE PER STEFANO GIOVANNI ERNESTO. DAI DOMICILIARI ALL’OBBLIGO DI FIRMA
Il Gip del Tribunale di Sciacca ha accolto la richiesta del difensore di Stefano Giovanni Ernesto (38 anni), avvocato Aldo Rossi, sostituendo la misura cautelare dai domiciliari all’obbligo di firma. Ernesto è stato condannato dal Gup del Tribunale di Sciacca, Roberta Nodari, a 3 anni di reclusione e 3 mila euro di multa.
Con lui sono stati processati e condannati, col rito abbreviato, Gianni Melluso (56 anni) 8 anni e 12 mila euro di multa, per la moglie Raffaella Pecoraro (47 anni) 4 anni e 6 mila euro di multa, per Pellegrino Grisafi (48 anni) 3 anni e 4 mesi e 4 mila euro di multa,nell’ambito del processo per sfruttamento della prostituzione.
Gianni Melluso è considerato dagli investigatori l’autore principale dell’organizzazione smantellata dai carabinieri della polizia giudiziaria della Procura di Sciacca. Secono gli investigatori, la moglie Raffaella Pecoraro, avrebbe curato la logistica, mentre gli altri due avrebbero curato chi il trasporto della ragazze, chi la sicurezza. Questo secondo la ricostruzione degli investigatori. L’operazione “Portobello” si è conclusa con gli arretsi avvenuti il 24 luglio dello scorso anno.
Secondo l’accusa, avrebbero utilizzato un pub al mare, in contrada San Marco, per lo sfruttamento della prostituzione per mezzo di ragazze rumene e sudamericane mediante il sistema cosiddetto “escort in tour”, costituito da donne che si spostano periodicamente da una casa di prostituzione all’altra.