ARS, MOZIONE DI M5S PER RISOLUZIONE DEL CONTRATTO CON GIRGENTI ACQUE
Il movimento 5 Stelle, con in testa il deputato regionale saccense Matteo Mangiacavallo, ha presentato all’Ars una mozione avente ad oggetto. “Iniziative urgenti finalizzate alle risoluzione convenzione di gestione del S.I.I. tra l’ATO Idrico di Agrigento e la Girgenti Acque SPA per gravi inadempienze previa revoca in autotutela della delibera n. 10/2013 dell’ex Presidente della provincia Eugenio D’Orsi e conseguente rimozione dello stesso dalla carica di Commissario liquidatore del consorzio d’ambito di Agrigento AG9.”
Ecco il testo integrale della mozione:
PREMESSO: – che, in data 27 Novembre 2007, la gestione idrica integrata nella Provincia di Agrigento – controllata in maniera fallimentare dall’Autorità d’Ambito ATO IDRICO AG9 – è stata affidata alla Società privata Girgenti Acque S.p.A.; – che nei trascorsi sei anni la suddetta gestione privata non si è rivelata efficace, efficiente ed economica, caratteristiche richieste per un servizio essenziale e di pubblica utilità com’è quello relativo al servizio idrico; – che la gestione da parte della società de qua è stata, invero, caratterizzata da gravi inadempienze, disservizi, errate fatturazioni e da azioni al limite del vessatorio sull’intera popolazione della provincia agrigentina; circostante tutte ampiamente documentabili da parte di tutti i Sindaci del comprensorio di riferimento; – che il dimissionario amministratore delegato di Girgenti Acque, dott. Carmelo Salomone, ha denunciato, in questi giorni, gravissime irregolarità nella gestione della Società Girgenti Acque S.p.A, con un notevolissimo danno (ancora da quantificare) nei confronti sia degli utenti (che hanno visto lievitare le loro tariffe) che per le casse della stessa pubblica amministrazione; – che già a partire dal 2011 si assiste ad un continuo, quanto insostenibile, aggravio in capo alle utenze idriche di fatto tartassate e vessate a causa dell’approvazione, da parte del Consorzio d’Ambito, del Regolamento di Utenza (Delib. N. 4 del 30/11/2011) nonché del consistente aumento, deliberato dal Commissario ad acta con Delib. N. 2/2012, delle tariffe per l’anno 2012; – che tale situazione, divenuta insostenibile a causa degli aumenti tariffari, ha scatenato un vero e proprio “allarme sociale” per numerose famiglie dell’intera provincia, già notevolmente vessate dalla attuale crisi economica; – con la soppressione dei consigli di amministrazione degli Ato Idrici, stabilita con la legge 9 gennaio 2013 n. 2 e l’attuale gestione commissariale degli Ambiti Ottimali, il governo regionale deve intanto assumere una posizione netta, chiara, immediata, risolutiva, in attesa della emananda legge regionale già prevista dalla legge 2/2013; – che l’ex Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, Commissario Liquidatore del Consorzio d’Ambito ATO IDRICO AG9, a pochi giorni dalla fine del suo mandato, ha approvato, in solitaria, con deliberazione n. 10 del 29/04/2013 un nuovo aumento tariffario per l’anno 2013 di un ulteriore 13.4% rispetto al 2012, non tenendo conto delle istanze dei cittadini agrigentini;
ED ANCORA IN MERITO ALL’APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO D’UTENZA E DELLE TARIFFE, BISOGNA INOLTRE RILEVARE: – che le tariffe del 2012 sono state approvate dal Consorzio d’Ambito in attesa della nuova metodologia di calcolo senza tenere in debita considerazione l’esito referendario del 2011 sull’abrogazione dell’utile del 7%; – che nell’atto di approvazione delle tariffe 2012 (Del. n.2/2013) le tariffa reale media (TRM) per il 2012 di € 1,625 è stata ottenuta dal mero adeguamento al tasso di inflazione programmata a partire dal 2002 della TRM offerta in gara di € 1,363 nel 2006, senza stralciare dalla tariffa l’utile del 7% abolito dal referendum 2001 sulla componente per la remunerazione del capitale investito; – che per l’anno 2012, per ciascuna delle nuove, alquanto discutibili, tipologie di utenza è stata prevista un’eccessiva quota fissa, oltre il consumo, di gran lunga molto al di sopra di quella prevista dalle deliberazioni CIP e CIPE in contrasto con l’art.7 del D.M. 1/8/1996 (metodo normalizzato); – che le tariffe 2012 prevedono una tipologia Ua (uso diverso da residenti e non residenti) che abbraccia indistintamente usi idrici di tipo domestico e di tipo industriale, prevedendo un consumo medio annuo di 183 mc; – che detta previsione appare alquanto illogica in relazione ai consumi di tipo domestico ad esempio: negozi, uffici ecc. ove l’acqua serve per il bagno e per la pulizia del locale; sopratutto se si tiene conto che per questa tipologia è stata prevista una quota fissa di € 178,78 più IVA oltre il consumo; – che le tariffe 2012 prevedono, sempre oltre il consumo, una esosa quanto incomprensibile quota fissa per la tipologia Udn (utenza domestica non residente) di € 123.78 + IVA; – che è stato approvato, dal Consorzio, d’Ambito il Regolamento di Utenza (Del.n.4 del 30/11/2011) che prevede nuove tariffe per gli allacci, installazioni e riparazioni, che a sua volta Girgenti Acque S.p.A. ha aumentato del 22.5% unilateralmente e incomprensibilmente a partire dal 2012, cioè appena un mese dopo la relativa approvazione; – che non si evince dal citato Regolamento di Utenza come si sia pervenuti a quantificare le tariffe per installazioni e riparazioni (mancano l’anno di riferimento e le analisi dei prezzi di mercato) e se le relative spese del personale e dei servizi siano già contemplate nella tariffa a mc di consumo idrico; – che, rispetto alle previsioni di contratto, 19 comuni su 43, facenti parte dell’ATO della provincia di Agrigento, non hanno consegnato in tutto o in parte gli impianti; – che nessun investimento, a tutt’oggi, sarebbe stato portato a termine da Girgenti Acque S.p.A, né, pare, esistano progetti cantierabili con la conseguenza che la tariffa 2012, contenendo implicitamente la componente dei costi di ammortamento e la remunerazione del capitale investito, sarebbe sovradimensionata; – che a partire dal 2012 nella formazione della tariffa il costo degli investimenti è di norma riconosciuto solo quando le opere saranno realizzate; – che Girgenti Acque addebita nelle bollette la quota di depurazione per le utenze non servite dal depuratore e quando i depuratori non esistono, non funzionano o non sono idonei, in contrasto con la legge e la sentenza della corte costituzionale;
IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE e per esso IL PRESIDENTE DELLA REGIONE L’ASSESSORE ALL’ ENERGIA E AI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA’ AFFINCHE’:
– si proceda alla revoca in autotutela o, in subordine, la sospensione immediata della deliberazione n.10/2013, in attesa di verificarne la legittimità di concerto con l’AEEG (l’unica titolata ad approvare le tariffe idriche a partire dal 2012), tenuto conto del fatto che non è applicabile il metodo tariffario transitorio (MTT) per la gestione idrica nell’ATO della provincia di Agrigento, in quanto in contrasto con le Deliberazioni dell’AEEG (art.3 della Del. n.585/2012/R/IDR e art. 2 della Del. 28/2/2013 88/2013/R/IDR), poiché non è stata effettuata, contrariamente alle previsioni di contratto, la consegna degli impianti da parte di 19 comuni su 43
– vengano rimosse le attuali condizioni discriminatorie con cui viene gestito il servizio idrico, a causa della disparità di trattamento tra gli utenti dei comuni che hanno consegnato le reti e gli utenti dei comuni che, non avendoli consegnato, sostengono dei costi molto inferiori, nonostante l’appartenenza alla medesima ATO;
– venga rimosso e sostituito l’attuale commissario liquidatore, previsto con L.R. 2/2013, rivelatosi, come sopra descritto, inadeguato al ruolo ricoperto;
– vengano avviate, sulla scorta delle superiori irregolarità di gestione evidenziate, tutte le procedure necessarie e sufficienti per la risoluzione della convenzione in essere con l’ente gestore Girgenti Acque Spa;