PROCESSO LEGAMBIENTE CONTRO VERDURA GOLF RESORT: LA CASSAZIONE RIGETTA RICHIESTA DEGLI AMBIENTALISTI PER COSTITUZIONE PARTE CIVILE

Di Filippo Cardinale

La vicenda dello scontro giudiziario tra Legambiente e il Golf Resort Verdura termina definitivamente. Nel duro e lungo scontro giudiziario, Legambiente perde su tutti i fronti.

La Cassazione, dunque, ha rigettato il ricorso di Legambiente che voleva costituirsi parte civile per ottenere il riarcimento del danno, una cifra attorno ai 100 mila euro. La Cassazione ha condannato gli ambientalisti al pagamento delle spese.

La vicenda ebbe inizio con 52 esposti da parte di legambiente per disastro ambientale. Imputati erano l’allora amministratore delegato della Compagnia di Sir Rocco Forte, Moreno Occhiolini, e il capo progetto Domenico Baudille. I due, fino in Cassazione, sono stati assistiti dai penalisti Maria Grazia Volo (Foro di Roma) e Giovanni Vaccaro.

Il processo di primo grado si svolse a Sciacca. La sentenza dell’allora giudice Enzo Agate fu di assoluzione per quanto riguarda il capo di imputazione di disastro ambientale, e di condanna per l’irregolariltà relativa alla prescrizione della Soprintendenza di Agrigento e che riguardava una stradina interna.

In appello, sanata l’irregolarità con una ammenda, Occhiolini e Baudille sono stati assolti. Poi, il ricorso in Cassazione da parte di Legambiente. Il rigetto della richiesta da parte della Suprema Corte mette il punto definitivo ad una vicenda della quale ha parlato tutto il mondo, dando uno spaccato reale di quanto succede in Sicilia a chi vuole fare intrapresa.

A mettere paura agli investitori stranieri è senza dubbio anche  il passo di lumanca della burocrazia siciliana (inclusa quella italiana). Basti ricordare la vicenda dei campi da golf bloccati un anno intero perchè le buche vicino al mare erano considerate edificazioni e quindi dovevano distanziarsi 150 metri dalla battigia. C’è voluta un’apposita legge per spiegare cos’è un campo di golf!

Rimane nel libro della storia una vicenda paradossale. Quel luogo, nei confronti del quale Legambiente ritiene sia stato perpetrato un disastro ambientale, da tutti, ospiti e non del Resort, e’ considerato un paradiso ambientale. Uno dei rari casi in cui paesaggio, ambiente, intrapresa, natura e uomo, vivono in perfetta armonia e simbiosi. Paradiso, appunto.

Una storia che lascia segni indelebili. 52 esposti da parte di Legambiente per “tutelare” un sito in stato di degrado e che si era trasformato in discarica e abusi edilizi. Apertura del Resort ritardata di un anno e un danno economico ingente. Una storia che ha parecchie ombre e che da’ la sensazione che la tutela del paesaggio sia ai margini di una lotta deragliata in altra cosa. 

 

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