CENTRO COMMERCIALE: ACCETTARE LE SFIDE E NON NASCONDERSI DIETRO UN POLITICHESE DELETERIO
Editoriale di Filippo Cardinale
Il progetto per la realizzazione del Centro Commerciale “Forum di Sciacca” è prossimo alla discussione in Consiglio comunale. E’ all’ordine del giorno per la seduta del 22 maggio. Si tratta di una struttura di grandi dimensioni il cui sito è in contrada Tabasi, a Ovest della Città. Un vasto terreno che si vede salendo, sulla destra, per la strada che porta al campo alternativo della Perriera.
Il progetto è corredato di tutta la lunga fila di pareri, visti, autorizzazioni, che un progetto del genere deve contemplare. La società ha reso la disponibilità alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa proposto dall’Amministrazione comunale e che è raccoglie diverse istanze, anche quelle provenienti dalle rappresentanze dei commercianti del centro storico e dalle organizzazioni sindacali. Un protocollo che non è un obbligo, ma che è stato accolta dalla società che intende investire in modo positivo. Quel protocollo contiene una serie di iniziative, con impegno anche economico, per amalgamare il Centro Commerciale con il centro della Città.
E’ un segnale da cogliere, se non per convinzione per necessità. Qual è la necessità? Quella di frenare l’emorragia costante e preoccupante che alimenta il flusso migratorio dei saccensi e degli abitanti del circondario a recarsi a Castelvetrano, Palermo, Agrigento, financo ad Agira per effettuare acuisti proprio nei centri commerciali. Basta pensare che da Sciacca organizzano anche pullman. E’ fuori discussione che un grosso centro commerciale, ed è la prima volta che Sciacca e il circondario ne avrebbe uno, attira consumatori fuori dal perimetro urbano. Ed è appunto sull’aumento delle presenze a Sciacca che l’investimento trova la sua essenza.
I commercianti, specie quelli che operano nel centro storico, da anni lamentano una calo costante del fatturato e delle presenze di consumatori nel centro storico. Nonostante la riqualificazione del cuore della città, la tendenza non si è invertita. Si addita alla mancanza di parcheggi che possano invogliare la gente a popolare il centro storico e sviluppare lo shopping. Può darsi che sia così. Ma è solo questa la causa? O la gente è attratta da un mercato che offre un ventaglio molto più ampio? E se la realizzazione di parcheggi dovesse far perdurare quel flusso di consumatori insufficiente a soddisfare le attese dei commercianti del cuore della città? Sarebbe il requiem definitivo.
Dunque, vale la pena cogliere le nuove sfide. Semmai, assai si sente il bisogno di trovare nuova energia, nuova fantasia, dalle novità. E’ risaputo che di necessità si fa virtù. Più che essere avvolti dalla sindrome di Peter Pan, è necessario far sorgere un utile cordone ombelicale tra l’opportunità che può offrire la nascente grande struttura commerciale e la sinergia che possono offrire i titolari delle attività commerciali del centro storico.
E’ giunto il momento di partorire nuove idee, nuove opportunità. Certamente non è il tempo di trincerarsi dietro false protezioni quali l’ansia, la paura. Il rischio d’impresa è l’anima dell’imprenditore. Da parte di ogni imprenditore. Né si può paventare la paura anche per il rischio dell’investimento della società titolare della nascente grande struttura commerciale. Ogni imprenditore sa che c’è il rischio. E’ lui a mettere i soldi dal proprio portafogli. Un investimento può andare bene, può andare male. E’ il rischio d’impresa. Semmai, in un contesto nel quale Sciacca è stretta da altre realtà viciniore in cui sono presenti grandi centri commerciali, la città termale può considerarsi avvantaggiata dalla scelta dell’imprenditore di investire a Sciacca. Potrebbe farlo nella vicina Menfi o Ribera. Staremmo a subire.
Del resto, una certa cultura ansiosa ebbe a criticare anche l’investimento di Sir Rocco Forte, affermando che i vip mai avrebbero messo piedi a Sciacca. La realtà, senza tema di smentita, ha dimostrato il contrario. E’ auspicabile che i consiglieri comunali, deputati alla scelta, si rivolgano alla città senza camuffarsi dietro le assenze. Dicano con gli occhi rivolti ai cittadini il loro pensiero, manifestino la loro scelta, in modo chiaro ed inequivocabile. Soprattutto, in un periodo di disoccupazione crescente e allarmante, si rivolgano a chi ha la possibilità di occuparsi nel nascente centro commerciale, la cui occupazione è di 300 addetti.
C’è la possibilità di svegliare le speranze a 300 famiglie saccensi. E soffocare le speranze da un inopportuno atteggiamento politichese è un delitto morale.