CREDITI EAS, STORIA DI ACQUA, SOLDI E CARTE BOLLATE
Tra il saldo della transazione e le spese dal 2005 al 2008, il Comune deve incassare circa 8 milioni di euro, oltre gli interessi
E’ lunga la vicenda dei crediti Eas, una vicenda che fa acqua con l’ex Ente regionale che gestiva la rete idrica in Sicilia e che è finita in liquidazione nel 2004.
Una storia fatta di perdite di acqua, ma anche di quantità ingenti di denaro pubblico. Il contratto tra il Comune di Sciacca e l’Eas risale al dopoguerra, esattamente al 2 ottobre 1947 e reso esecutivo dalla Prefettura 9 giorni dopo. Il contratto contemplava la diretta gestione dell’acquedotto di Sciacca, curando la regolarità del servizio di distribuzione delle acque agli utenti, restando a suo carico l’attività e le passività della gestione stessa.
L’Eas aveva l’obbligo di eseguire tutte le opere necessarie al miglioramento della rete interna. Dopo 57 anni l’Eas viene liquidata. Contabilmente lascia al Comune di Sciacca una gravissima situazione: un mare di debiti. Perché? Nell’atto di citazione del Comune di Sciacca contro l’Eas si legge che l’Eas ha omesso sistematicamente die seguire quegli interventi che di volta in volta si rendevano assolutamente necessari per garantire agli utenti l’approvvigionamento idrico . In base a tale inadempienze, il Comune, surrogandosi all’Eas fu costretto ad eseguire a proprie spese quelle opere necessarie e riparazioni assolutamente necessarie ed urgenti. Tutto ciò anche al fine di consentire l’erogazione dell’acqua agli utenti nonché eliminare prontamente le situazioni di concreto pericolo tipicamente connesse alle perdite idriche .
Le spese di manutenzione e per il funzionamento degli impianti sono state affrontate dal Comune di Sciacca fino al maggio del 2008. Non solo, ma “l’Amministrazione comunale, oltre ad affrontare le spese, si è privata dell’opera prestata da propri dipendenti distaccandoli presso gli acquedotti per la carenza di personale Eas. Il 21 novembre del 2005 si definiva una transazione. Era sindaco Ignazio Cucchiara. La transazione prevedeva la definizione dei rapporti fino all’anno 2004, restando esclusi i rapporti economici relativi all’anno 2005.
I conteggi alla fine del 2005 avrebbero dovuto essere verificati in contraddittorio. La transazione si chiudeva con un totale a favore del Comune di Sciacca di € 8.056.455. Transazione approvata dal Comune con delibera del 12 Dicembre 2005. L’Eas, per il periodo 1998/2004, deve ancora il saldo ammontante a € 4.204.665 che non ha onorato. E’ da evidenziare come la somma a credito veniva riportata sul bilancio tra i crediti. Dunque, per quanto riguarda l’aspetto economico, il quadro si riferisce alla fine del 2004.
Ma dopo il Comune continua a sostenere la manutenzione e gli interventi a proprie spese, pur essendo di competenza dell’Eas.
Questo le somme vantate:
2005 € 779.062
2006 € 921.110
2007 € 977.983
2008 € 425.385
Sommano, dunque, € 3.103.000 Una somma importante che il Comune ha anticipato e che non riesce a recupere.
Con delibera di giunta n.101 del 5 maggio 2009 (sindaco Mario Turturici) il Comune di Sciacca cita in giudizio l’Ente Acquedotti Siciliani. Il 27 Ottobre 2010, l’amministrazione comunale di Sciacca ha fatto notificare alla Regione Siciliana un atto stragiudiziario per la riscossione del credito di 4 milioni e 200 mila euro.
Il sindaco Fabrizio Di Paola ha dato mandato all’Ufficio legale del Comune di procedere con il pignoramento dei conti correnti della Regione. Pignoramento che è divenuto esecutivo e nei prossimi giorni dovrebbe concretizzarsi con un ulteriore provvedimento giudiziario.
Questa è la storia dei crediti Eas. Una storia nella quale entrano le denunce dell’associazione l’AltraSciacca, ma anche le vicende connesse all’ex liquidatore Massinelli, consulente e uomo di fiducia dell’ex potente Totò Cuffaro. Un consulente pagato con milioni di euro ma che non seppe liquidare somme ingenti vantate dal Comune della sua vicina Sciacca.