“STUFE INTENSIVE”. IL REPARTO DI UNITA’ INTENSIVA SENZA ARIA CONDIZIONATA. PAZIENTI BOCCHEGGIANO

Niente climatizzazione. Temperature alte, ma bisogna…risparmiare

Lo standard della temperatura fisiologica ambientale nel reparto di Unità Intensiva è 20 gradi centigradi. Lo dicono i manuali. A Sciacca, però, città delle rinomate stufe, tale indice sale di parecchio, fino a trasformare l’intero reparto, dalla terapia intensiva, alla sub intensiva, fino all’unità coronarica, in sale di sofferenza da caldo.

Capita che il cronista vi si reca per far visita ad un paziente. Capita anche che nel corso della visita raccoglie tante lamentele dai pazienti, dai parenti dei pazienti. E a soffrire non sono, certamente, solo i ricoverati. Anche il personale è costretto a subire le carezze di un caldo asfissiante.

Non è attivata la climatizzazione. I pazienti in terapia intensiva sono costretti a boccheggiare, non solo per le sofferenze patologiche, ma per quell’aria da savana.

Pare che a non dare il via alla climatizzazione sia quella maledetta spending review, spesso interpretata in modo esasperante, non tenendo conto di soggetti in sofferenza o in condizioni tale che la loro sofferenza aumenta ancora di più a causa delle elevate temperature che si toccano nelle stanze della struttura ospedaliera.

Le temperature si sono alzate vertiginosamente. E’ auspicabile che la direzione sanitaria dell’ospedale di Sciacca si decida a dare il via agli impianti di climatizzazione.

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