CONDANNATI I DUE SCAFISTI EGIZIANI A 11 ANNI DI CARCERE E 1.6 MLN DI EURO DI MULTA
Lo sbarco avvenne il 22 giugno del 2011 sulla costa saccense di Lumia. Un migrante minorenne finì tra le pale dell’elica perdendo la vita
Il Collegio giudicante del Tribunale di Sciacca, comnposto dai giudici Andrea Genna e a latere da Silvia Capitano e Luisa Intini, ha ritenuto colpevoli gli egiziani Siad Ibrahim Mohamed Al Adawi e Elprrins Rshad Hassan, ambedue venticinquenni, condannando il primo alla reclusione di 7 anni e 2 mesi, oltre ad 1.000.000 di euro di multa, e 4 anni di carcere e 670.000 euro di multa, il secondo. Il Collegio giudicante ha considerato le attenuanti generiche.
Per ambedue i capi di imputazione sono di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, di concorso di omicidio colposo e di naufragio.
Il pubblico ministero, Giovanni Lucio Vaira, aveva chiesto per Siad Ibrahim Mohamed Al Adawi di 7 anni e 6 mesi, oltre la multa di 1,2 milioni di euro, mentre per Elprrins Rshad Hassan la richiesta è stata di 6 anni e 6 mesi.
L’accusa di omicidio colposo riguarda la morte del minorenne egiziano, morto dilaniato dalle pale dell’elica gettandosi dall’imbarcazione prima di toccare la spiaggia La Lumia.
Per Vaira, la richiesta di condanna poggia “oltre che sulle prove documentali, sulla testimonianza di diversi migranti soccorsi subito dopo lo sbarco”. Vaira,nel corso della sua requisitoria, si è soffermato sulla “tragedia nella tragedia”, culminata con “la morte del quindicenne dilaniato dalle pale dell’elica”. Un episodio questo, secondo l’accusa, verificatosi per la mancanza degli accorgimenti mirati a garantire un livello minimo di sicurezza sulla navigazione. L’accusa non ha dubbi e individua Siad Ibrahim Mohamed Al Adawi e Elprrins Rshad Hassan scafisti.
Per i difensori Antonio Palmieri e Pietro Russo, i due egiziani dovevano essere assolti con formula piena. “Le prove non ci sono”, hanno arringato i difensori ed evidenziano al collegio giudicante del Tribunale, composto dal giudice Andrea Genna e a latere dai giudici Silvia Capitano e Luisa Intini, la testimonianza di Rezk Sayed, testimone oculare dei fatti, facente parte dei clandestini partiti dall’Egitto e minorenne all’epoca dei fatti. Rezk Sayed ha riferito sulle varie fasi del viaggio che lo ha portato in Italia, negando ogni partecipazione degli imputati all’organizzazione del viaggio, spiegando di non averli mai visti pilotare o cucinare durante la traversata.
I due legali attendono il deposito della motivazione e poi ricorreranno in appello.