PESCA AL COLLASSO, PER LIMITARE I COSTI NIENTE USCITE IN MARE IL 24 E IL 30 APRILE
Mercato regionale congestionato per il pesce fresco di Sciacca. Gli armatori saccensi decidono di fermarsi anche nei giorni che precedono le festività del 25 aprile e del primo maggio. La decisione è stata assunta al termine di un’affollata assemblea che si è svolta presso la sede della Lega Navale, voluta dagli armatori aderenti alle due cooperative di pesca per analizzare la situazione del settore.
Il mercato del pesce di Palermo, quello di maggiore riferimento per le barche della flotta saccense che effettuano pesca a strascico ed a volante, non offre più adeguate garanzie per il settore. Un problema, quello della difficoltà a commercializzare il pescato fresco, emerso negli ultimi mesi e oggi punta dell’iceberg di una questione ben più complessa che interessa il comparto, già afflitto dal costo elevato del gasolio. I mercati non privilegiano più il pesce fresco di Sciacca, ci sono altri Paesi del Mediterraneo, e non solo, in grado a quanto pare di offrire prezzi migliori ai rivenditori all’ingrosso del più grande mercato siciliano.
“La qualità della nostra produzione era la nostra arma in più – affermano amareggiati i pescatori – oggi non è più conveniente andare in mare in determinati periodi dell’anno e sono gli stessi commercianti a suggerirci di fermarci per evitare che il prodotto rimanga invenduto”. Il problema è serio: i commercianti saccensi all’ingrosso non trovano più spazio per la produzione della flotta saccense, spesso le quantità di pesce prelevate a Sciacca rimango invendute o si vendono a prezzi ridotti. La conclusione dell’assemblea è stata che gli armatori rimarranno fermi non solo per le tradizionali festività, ma anche il 24 e il 30 aprile. Attività regolare, invece, per le barche che praticano la pesca cosiddetta “cianciolo”, dedicata cioè al pesce azzurro, che si vende in gran parte alle industrie ittico conserviere.