CARNEVALE E TV LOCALI: PRECISAZIONE DEI CARRISTI DOPO LE POLEMICHE
“Critiche ingenerose nei nostri confronti, se i giornalisti invece di fare le interviste prima di iniziare e andare via, fossero rimasti fino alla fine della manifestazione, avrebbero capito meglio il senso della nostra proposta”
Il clamore provocato dal progetto di rilancio del carnevale, ed in particolare dalla dura presa di posizione delle tv locali contro l’Unione carristi che ha promosso l’iniziativa e sostenuto anche la necessità che le televisioni saccensi non ottenessero più contributi pubblici e che, invece, pagassero per avere la possibilità di riprenderlo, ha indotto oggi gli autori delle proposte ad un nuovo e specifico intervento.
Mario Chiarello, Vincenzo Cucchiara, Salvatore Tornambè e Giuseppe Sclafani, hanno fatto delle precisazioni, a cominciare da quella che loro non rappresentano tutta la categoria. Evidentemente, altri carristi si sono risentiti e non condividono la loro proposta nella parte che riguarda le tv locali. Anche il movimento 25 aprile ha preso le distanze, probabilmente faranno anche loro un comunicato di chiarimento per precisare che la parte riguardante il rapporto con le televisioni non è condivisa. I quattro operatori del carnevale dicono che l’iniziativa non coinvolge l’Unione carristi ma solo loro quattro.
I quattro evidenziano che i giornalisti di Trs e Rmk presenti alla manifestazione della scorsa sera nella sala Blasco, hanno fatto le interviste prima che si cominciasse il dibattito e non hanno partecipato alle successive fasi, perdendosi la parte in cui molti hanno manifestato dissenso ai punti relativi al rapporto con le emittenti. Poi fanno un lungo riferimento ai costi a cui ogni carrista va incontro, i sacrifici economici e fisici.
“Non avevamo intenzione di alimentare polemiche e offendere chi svolge professionalmente questo lavoro – dicono – le informazioni di cui eravamo in possesso riguardanti le entrate economiche delle tv non erano rivolte a un solo anno della manifestazione, ma una media fatta con le manifestazioni degli ultimi 10 anni, ricordando che la somma riportata comprende entrambe. Invitiamo i giornalisti – aggiungono – o chi è al di fuori delle varie associazioni, ad intraprendere un percorso con i vari carristi all’interno dei capannoni fatiscenti e costatare realmente tutto il guadagno del carrista”.
E poi riferimenti ai premi concessi dal Comune ai partecipanti, che vanno dai 29 mila del vincitore ai 16 mila dell’ultimo classificato.
“Il nostro – concludono – è un progetto esteso sui vari punti e dedito alla costruzione e al rilancio della festa, se i giornalisti di Trs e Rmk fossero rimasti fino alla fine della presentazione, avrebbero visto che nel momento in cui si è parlato di tv si sono verificati vari dissensi, indicando alcuni aspetti problematici. Il mea culpa va recitato insieme – dicono Sclafani, Chiarello, Tornambè e Cucchiara – siamo rimasti colpiti dalle parole usate contro di noi nei servizi televisivi, bisogna costruire assieme e confrontarsi, e non fare “l’arte della guerra”…”
E’ un piccolo passo indietro, precisazioni che però non smentiscono quelle poche righe in cui si fa riferimento alle tv private come soggetti che usufruirebbero di vantaggi nelle riprese di uno spettacolo fornito dai carristi con le loro sfilate. Ma sono le opinioni di quattro giovani operatori del carnevale, non dell’intera categoria di carristi, molti dei quali sanno che la crescita della festa è merito anche delle tv locali, alle quali viene dato un contributo che di certo non ha inciso più di tanto nel budget.