123° ANNIVERSARIO NASCITA FILIPPO BENTIVEGNA, LE CELEBRAZIONI

In occasione del 125° Anniversario della nascita del noto scultore saccense Filippo Bentivegna l’Amministrazione Comunale promuove una serie di iniziative finalizzate alle celebrazioni per ricordare la figura del Bentivegna.

Una celebrazione allestita tra il Comune di Sciacca, la Società Cooperativa “Agorà”, “La compagnia dell’Isola” e le Terme di Sciacca. Tre giorni di iniziative dal 3 al 5 Maggio 2013.

« Cerco la Grande Madre… Dentro la terra è il seme dell’uomo » (Filippo Bentivegna”. Nel suo feudo Bentivegna, grazie alle formazioni calcaree che riempivano il fondo, iniziò ad scolpire centinaia di teste umane. Teste accatastate, affiancate e bifronti. Anche i suoi tre cani vennero tosati e dipinti sui fianchi con le teste.

Pietro Consagra scrisse: “Il suo lavoro aveva una matrice soprattutto organica, corporale, in una tensione che non trasmetteva alcuna stanchezza, alcun piacere. Lui e la pietra si specchiavano e si percuotevano insieme”.

Quando le pietre del suo feudo divennero scarse, “mastru Filippu” si costruì delle cave ove estrarre delle pietre più duttili creando anche dei cunicoli all’interno del suo fondo.

Ma in paese Filippo Bentivegna era chiamato “Filippo delle teste” e “Filippo il pazzo”, deriso dai compaesani per il suo bizzarro atteggiamento anche perché pretendeva d’essere chiamato Eccellenza poiché pensava d’essere il re di un regno.

Il pittore svedese Lilieström che soggiornò a Sciacca negli anni Cinquanta, tramite l’ambiente artistico culturale saccense conobbe Filippo Bentivegna. L’artista accolse Lilieström con benevolenza, anzi lo fece inginocchiare e lo investì con il titolo di “dignitario di corte”.

Lilieström ritenne di trovarsi di fonte ad un artista puro, primitivo, per cui si attivò ad organizzare la prima e unica mostra di Filippo Bentivegna. Nella sala dell’ex Albergo Italia di Sciacca l’esposizione fu un fallimento come pubblico, ma la mostra fece ugualmente aumentare l’interesse verso l’opera di Bentivegna, arrivarono giornalisti e l’artista varcò i confini locali. 

Ecco, nel dettaglio il programma delle iniziative in programma:

Venerdi 3 Maggio Ore 10.30 Visita alla Tomba di Filippo Bentivegna, sistemazione della data di nascita e deposizione fiori; Ore 11.30 Posizionamento targa commemorativa presso la Casa natale di Bentivegna in via Gallo; Ore 18.30 Convegno dal titolo “Io, Filippo Bentivegna” – Castello Incantato – sala Convegni; ore 19.30 Posizionamento del Ritratto di Filippo Bentivegna realizzato dal Pittore Totò Di Marca all’interno della casa del Castello Incantato;

Sabato 4 Maggio Ore 21.00 la Compagnia dell’Isola presenta “La Notte in cui Pessoa incontrò Filippo Bentivegna”; Domenica 5 Maggio Ore 21.00 la Compagnia dell’Isola presenta “La Notte in cui Pessoa incontrò Filippo Bentivegna”;

L’Assessore Monte dichiara: “Filippo Bentivegna è un uomo saccense. Un uomo che con la sua arte ha portato il nome della nostra città in giro per il mondo. A lui dobbiamo un grazie sentito dal cuore. Celebrare la sua nascita è doveroso per tutti noi. Abbiamo allestito un piccolo calendario di eventi e momenti significativi densi di affetto per ricordare il Bentivegna creativo che grazie alla sua arte riesce ancora a far parlare di se.

Chiudo con le parole dell’amico Angelo Pumilia che cosi lo defini’: “Stranu, pazzu, geniu, artista…filosofo, poeta, credulone, disinformato… quante parole, quanti giudizi quanti, come avrebbe detto lui….minchiunerie masticati . Si vi sintiti lu curaggiu, ccà di unni vi truvati, isati li vostri testi e taliati lu celu. Li viriti tutti ddi stiddi? Li viriti ? Sapiti picchì lucinu? Picchì don Filippu, lu maestru, ccellenza, sua maestà, su ognuna ci sculpiu nna testa e su l’autri chi ancora un si virinu nni sta sculpennu ancora e si ci faciti casu ogni notti ccinnì sarà una suecchiu picchì sulu iddu, stranu, foddi, o comu pinsati chi fu, sappi attruvari la chiavi dell’incantu, chi unn’è du pezzo di petra chi detti a la signorina, ma l’immortalità lu perenni ricordu d’un omu chi sappi fari dall’avversità uno scalpello cu cui sappi dari forma a li so sogni”.

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